L’Irpinia sbarca in Argentina grazie alla Scuola di Tarantella Montemaranese e al Carnevale del paese del vino. Sull’asse Montemarano – Buenos Aires va in scena il nuovo progetto di promozione del carnevale irpino più famoso, che mette al centro e valorizza le tradizioni popolari. Il Carnevale di Montemarano e la Scuola di Tarantella che lo anima saranno presentati nella capitale argentina il prossimo 23 febbraio in occasione del ‘Carnaval de Banderines en el Rojas’, un’iniziativa sviluppata dall’Università di Buenos Aires con il Centro Cultural Rector Ricardo Rojas e con il patrocinio della Scuola di Tarantella Montemaranese e della manifestazione Tarantella for Africa. Tale manifestazione è organizzata ogni anno e in questa edizione una giornata sarà dedicata alla divulgazione delle caratteristiche essenziali del famoso carnevale irpino. Organizzatore dell’evento è Guadalberto Coco Romero, che si occupa dei corsi di carnevale Rioplatense, Murga, da 30 anni.
Anima di questa iniziativa è Claudia Acuna, irpina di origine ma da tanti anni residente a Buenos Aires. Claudia Acuna è una cantante di repertorio popolare italiano, artista e musicista ha fondato il gruppo SeinTempu: Musica, Poesia, Danza del Mediterraneo. Ha realizzato nel 2014 una tournée musicale in 4 paesi del Mediterraneo: Spagna, Italia, Tunisi, Marocco. Dal 2015 tiene corsi di danze tradizionali del Nord e Sud Italia ( occitane, campane, pugliesi e calabresi) nel quartiere di Almagro, a Buenos Aires. E’ responsabile stage di danze del Sud Italia per la Sociedad Italiana de Morón, oltre all`Associazione Cassano Irpino della zona Ovest di Buenos Aires.
“Questa importante collaborazione internazionale con l’Università della capitale argentina premia il lavoro della Scuola di Tarantella, che da circa 5 anni cerca di dare un volto nuovo alla tradizione, rendendola sempre più fruibile in ambito globale”, così Roberto D’Agnese, presidente della Scuola di Tarantella. Continua D’Agnese: “Le nostre lezioni di tarantella hanno spiegazioni in italiano, in inglese, francese e tedesco per dare nuovo impulso alla tradizione che non deve essere soltanto di nicchia ma concepita come qualcosa in grado di unire i popoli. Ogni migrante porta con se vivo il ricordo della tradizione popolare di origine. Ciò significa che è possibile aprirsi a nuove collaborazioni internazionali e sviluppare il turismo culturale partendo dalle tradizioni popolari”.