Grande consenso ha riscosso l’iniziativa della Proloco di Nola di riproporre presso la sede di Corso T. Vitale il pupazzo della Quaravesema (Quaresima), una tessera nel mosaico delle tradizioni della nostra identità etnica, ancora mantenuta non solo in molte località dell’Agro Nolano, ma anche in altre parti della Campania e dell’Italia Meridionale.
Anche a Nola, non molto tempo addietro, era seguita la tradizione di appendere nelle strade la Quaravesima, un fantoccio di donna vestita di nero, da cui pendeva una patata con infisse sette penne di gallina, quante erano le domeniche che precedono le festività pasquali; ogni domenica se ne toglieva una fino a Pasqua. Secondo la credenza popolare la Quaravesima era vestita di nero perché in lutto per la morte di suo marito, il grasso Carnevale. A questa figura in gramaglie si ispirava una filastrocca che i bambini mandavano a memoria, che così recitava: “Quaravesema secca, secca, / damme ‘nu sordo ‘e fiche secche, / e si nu’ mme ddaje bbone, / Quaravesema mariola”.
Domenica 14 febbraio 2016 è stata tolta la prima penna di gallina come vuole la consuetudine della “Quaravesima” e si procederà alla stessa rituale funzione fino a Pasqua. La nostra nera pupazza in gramaglie ha subito attirato l’interesse e la curiosità di tutti i passanti, molti dei quali non hanno rinunciato ad immortalarla con i loro scatti fotografici, eleggendola a “premiere femme” più fotografata di Nola.
Purtroppo dalle nostre parti, e non solo, il provincialismo acritico ed imitativo, segno di colonialismo culturale, sta relegando ad aree sempre più ristrette la “Quaravesima secca secca” e le connesse manifestazioni, a tutto vantaggio delle zucche svuotate e degli scheletri di Halloween, completamente estranei alle nostre storiche tradizioni e veicolati ad arte dai persuasori occulti dei mezzi di comunicazione.
Siamo grati alla Proloco per la lodevole iniziativa di rinnovare una nostra antica e popolare usanza, da tramandare alle nuove generazioni e della quale non si ha nessun motivo di vergognarsi.
Antonio Fusco