di Gianni Amodeo
Platea con uditorio attento e interessato, quella dell’Aula Magna del Liceo statale “Enrico Medi”, per la presentazione della silloge poetica di Sabato De Luca, contrassegnata dal simbolico titolo di “ Viaggio nel deserto “, pubblicata da Edizioni Sinestesie; una presentazione “speciale”, per l’autore, che è appena approdato al … pensionamento, dopo quaranta anni di docenza, di cui trenta vissuti tra i giovani della struttura di via Madre Teresa di Calcutta, nelle cui mura amiche si è ritrovato con la calda e affettuosa accoglienza di colleghi, alunni ed ex-alunni sul filo delle sue fresche “Nugae ”, intese alla maniera di Catullo, Petrarca e Marziale come inezie e frivolezze secondo l’etimologia espressiva della parola, in realtà mai banali, bensì dense di significati passionali e ben cariche d’intensità emotiva, con tanti spicchi di umane e sofferte verità di vita.
Articolata in cinque sezioni – Frammenti lirici; Epochè; Il lamento del vento; Anacreontiche; Il viaggio– la silloge si presenta come uno scrigno di gemme che sembrano richiamarsi tra loro, ciascuna con la propria fascinosa immagine come per comporre un mosaico vivido e di forte capacità evocativa per quanto sedimentate e distillate sono le sequenze del verseggiare, asciutto e scarno. Sono le sequenze, per le quali “verba lacrimae rerum sunt”, attestando il valore precipuo ed unico dell’autenticità della poesia, nella cui essenzialità pulsa il vivere, tra gioie e dolori, incanto e disincanto, speranza e disperazione.
“Viaggio nel deserto”- ha evidenziato Sabato De Luca – è un titolo metaforico, per dare una spiegazione di senso della vita, ch’è “ assimilabile ad un viaggio, che tutti compiamo; un viaggio, che soprattutto nei momenti di difficoltà, di disagio morale o esistenziale ciascuno fa da solo con le proprie esperienze, come quando si attraversa il deserto. Ecco: la vita è un viaggio con itinerari imprevisti e mete imprevedibili, che si compie in solitudine”. E sullo sfondo di questa visione – ha aggiunto – “ ho inserito i legami di appartenenza che ho con la terra natia – Roccarainola – ch’è a un tiro di schioppo con Cicciano, dove vivo e risiedo con la mia famiglia. E la composizione “Santa Lucia in collina” può considerarsi la sintesi emblematica dei forti legami che conservo e nutro per Roccarainola”.
Il rapporto di De Luca con la terra natia in “Viaggio nel deserto“ non è , tuttavia, elemento ispiratore a se stante, ravvivandosi e integrandosi con la memoria degli affetti familiari e amicali più cari e sentiti. E il verseggiare dedicato alle figure del padre e della madre come a quella del fratello Giovanni e al compagno di gioventù, Armando, ricordandone “la serafica malinconia”, oltre che le lunghe serate di calda estate trascorse in compagnia di Mimmo …”in interminabili colloqui … sotto i lecci della piazza…”. Ed il riferimento è all’ampia e bella piazza San Giovanni, l’ospitale salotto di Roccarainola.
L’intreccio tra la visione esistenziale e l’universo degli affetti “casa, famiglia ed amicizia” trova, a sua volta, una splendida chiave di garbata e raffinata scrittura nelle composizioni anacreontiche, con cui Sabato De Luca, laureato in Lettere classiche con tesi Filologia greco-romana, rende omaggio ad uno dei più interessanti autori della Letteratura greca, Anacreonte appunto. E’ il tocco elegante e gioioso con cui l’autore racconta la femminilità e i suoi … capziosi labirinti.
“E’ poesia della comunicazione, quella che si legge in “ Viaggio nel deserto”- ha sottolineato nelle sue riflessioni di presentazione, il professore Carlangelo Mauro, docente di Materie letterarie al “Medi”, critico letterario e poeta- in cui l’immediatezza vibra di forza emotiva e sentimentale. Vi traspare la lezione stilistica e di registro linguistico, ch’è peculiare di autori di grande spessore, quali sono Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale. Non c’è alcuna concessione al manierismo e all’enfasi, perché Sabato De Luca privilegia i valori autentici della vita. E si avverte– ha sottolineato- nelle tonalità e nei ritmi di “ Viaggio nel deserto ” il rimpianto di quella ch’è stata fino ad alcuni decenni fa, la fisionomia del nostro territorio, quello della Campania Felix trasformata in Campania …Infelix, sotto tutti i profili. E’ il rimpianto per la semplicità di un mondo umano e relazionale, che non c’è più ”.
“L’incontro con la poesia di Sabato De Luca – ha spiegato, il professore Pasquale Amato, il dirigente scolastico del “Medi”- ha rappresentato un bel momento della vita della nostra comunità scolastica. Momento di analisi e riflessioni sul testo, ch’è la prima opera di poesia pubblicata da Sabatino De Luca, ma anche di apertura verso la società, considerata la partecipazione di tanti cittadini ed amministratori locali ”.