L U S T R ITEATRO. Artedanza in Esasper-Azioni.

L U S T R ITEATRO. Artedanza in Esasper Azioni.

DOMANI Sabato 2 aprile, alle 21, all’Auditorium Centro ASI di Solofra, per la sezione Teatro di L U S T R ITEATRO, di Hypokritès Teatro Studio ed Enzo Marangelo, con la collaborazione del Comune di Solofra, va in scena Artedanza in “Esasper-Azioni”(biglietto unico € 15.00) da un’idea di Tiziana Petrone, che cura anche la coreografia. Gli interpreti sono: Tiziana Petrone, Vincenzo Capasso, Felicia Luciano, Eleonora Santoro, Luisana Vinci, Michela Chirico, Carmen Albanese, Sara Vllahu, Assunta Gaeta, Ilaria Parrella. Seguirà Oltre la Scena, conversazioni con la Compagnia, con il critico Manuela Barbato.

Secondo Aristofane non esistevano, come adesso, soltanto due sessi (il maschile e il femminile), bensì tre, tra cui, il sesso androgino proprio di esseri che avevano in comune caratteristiche maschili e femminili. In quel tempo, tutti gli esseri umani avevano due teste quattro braccia quattro mani quattro gambe. Erano molto potenti e Zeus decise di dividerli così da indebolirli. È da quel momento – spiega Aristofane – che essi sono alla ricerca continua della loro unità attraverso il ricongiungimento fisico, così da ricostruire fittiziamente la loro unità perduta.

La coreografia rappresenta il ricongiungimento portato fino all’esasperazione dei rapporti e delle identità, al ribaltamento delle parti e all’affermazione dell’aggressività femminile come frutto di una conquista necessaria per la sopravvivenza.

Per la stagione d’eventi L U S T R I TEATRO, la coreografa Tiziana Petrone interpreta il mito di Aristofane come l’inizio di una naturale quanto assurda ascesa del ruolo femminile. In Esasper-Azioni la necessità del ricongiungimento ha superato il limite della naturalità, la donna sormonta il muro immaginario dell’unione e delle identità, intese come ruoli riconosciuti dalla società, per sconfinare nella realtà della sopraffazione, dell’aggressività, nel ribaltamento della conformità e dei limiti ad essa imposti; una conquista affannata e bellicosa della propria individualità che non rispetta l’altro, ma lo fagocita in un io di onnipotenza.

Cosa resterà alla fine se non l’isolamento?

 

Artedanza è composta da un gruppo di danzatori contemporanei, avviati al professionismo, selezionati all’interno dell’Associazione omonima diretti dalla coreografa Tiziana Petrone.

La mission del gruppo è di produrre performance di teatro-danza creativamente ambiziose, che ispirino e rivelino al pubblico la straordinaria bellezza comunicativa dell’espressione corporea, usata per esprimere tanto concetti profondi, quanto ludici. Utilizzando la voce oltre che il corpo si cerca di forzare i confini della danza contemporanea e ampliare la percezione del pubblico rispetto a cosa è la danza e a chi può danzare. La coreografa sperimenta Il rapporto tra gesto e azione, e tra azione e parola lasciando libero sfogo alla creatività del singolo danzatore, cosi da realizzare un vocabolario espressivo assolutamente originale e personale.

Il gruppo, che ha negli anni sperimentato diversi stili prima di approdare definitivamente al teatro-danza, ha però da sempre veicolato il movimento con testi narrati o recitati che rafforzassero il ritmo della gestualità.

Il gruppo attivo fin dal ’99, dagli inizi al 2002 produce per il Comune di Avellino spettacoli molto diversi tra loro, con un filo conduttore comune, ossia la ricerca di tradizioni regionali: da qui Sabba, sulla leggenda delle Janare di Benevento, Napoli ieri e oggi, presentato anche al chiostro della Chiesa della SS. Annunziata a Vico Equense, nell’ambito di una rassegna di teatro musica e danza, Carlo Gesualdo Princeps Musicorum, sulla vita di Carlo Gesualdo da Venosa, in occasione dell’inaugurazione del teatro Comunale della città di Avellino e Tangherie, un omaggio ai tanti concittadini avellinesi emigrati in Argentina.

Nel 2004 l’associazione italo-tedesca V. Hugo, commissiona uno spettacolo sul testo di Durrenmatt “Il Minotauro”, dove si avvale della collaborazione e della regia di L. Mazza e della lettura dei testi in italiano e tedesco dall’attore S. Mazza e delle musiche originali appositamente composte dal M° Renato Colella.

La svolta coreografica e di sperimentazione del gruppo coincide con l’incontro e lo studio della coreografa di Susanne Linke, fondatrice, con Pina Bausch, del Tanztheater tedesco. L’introspezione, l’analisi del movimento proprio, la coscienza di sé, diventano elementi caratterizzanti delle nuove produzioni per cui non si può, a questo punto, non affrontare temi universali quali, l’amore, in tutte le sue forme. Nascono Impromptu (presentato al RAID, rassegna interregionale di danza contemporanea), L’istintività, Elogio alla follia, La violenza, Lilith (sugli abusi femminili, prodotto per il Dipartimento delle Pari Opportunità del Comune di Solofra e successivamente diventato Oltre Passo e presentato al Teatro Comunale di San Severino col patrocinio dall’Ass. “No vuol dire no” di Irene Pivetti), La famiglia, Stabat Mater (prodotto all’interno del progetto coreografico per giovani coreografi emergenti RAID/OFF e presentato all’Auditorium del Centro Sociale di Salerno per RAID/CDTM, al Teatro Nuovo di Napoli nella rassegna DI SECONDA MANO, G. STAZIO, e a NAVIGARTE rassegna organizzata da Movimentoinactor – Consorzio coreografi danza di Pisa), Meditazioni (sulla vita di Santa Teresa d’Avyla, prodotto per Legambiente-Circolo Soli-Offerens, sotto la regia di Enzo Marangelo) e Rota Temporis (metafora sulle stagioni della vita, presentato al RAID 2015).