Quando si è schiantato contro il guardrail, il bus della morte viaggiava “presumibilmente” a 100-110 chilometri orari. Ma prima di subire il guasto al motore, l’autista teneva una velocità nei limiti consentiti dalla legge. L’autista, inoltre, ha tentato di evitare il disastro appoggiandosi al guardrail di cemento per fermare il mezzo. Gli inquirenti che indagano sulla strage dell’A16, costata la vita a 38 persone, cominciano ad avere un quadro più chiaro di quel che è accaduto l’altra sera sul viadotto tra Monteforte Irpino e Baiano. Non è un caso che l’attenzione di polizia stradale e pm si stia concentrando in particolare su due aspetti: il guasto subito dall’autobus; la tenuta e lo stato di manutenzione del guardrail. Lo ha ribadito anche stamattina il procuratore di Avellino Rosario Cantelmo, spiegando che l’indagine punta ad accertare se il “veicolo era inefficiente” e se “la strada è stata manutenuta in condizioni inadeguate”.