Appuntamento di grande fascino per la chiusura della prima edizione di L U S T R ITEATRO, un anno di eventi culturali, organizzati da Hypokritès Teatro Studio con il Comune di Solofra. DOMANI Sabato 11 e domenica 12 giugno, alle 21,30, nel parco del complesso monumentale di Santa Chiara, andrà in scena “Memorie di Adriano” da Marguerite Yorcenar, con Piera De Piano, Amelia Imparato, Enzo Marangelo. La regia è di Enzo Marangelo, direttore artistico di LustriTeatro. Studio e selezione testo: Renato Siniscalchi, Enzo Marangelo. Costumi, trucco e allestimento scenico: Stefania Pisano. Fonica: Virna Prescenzo. Datore luci:Massimo Caiafa. Per “Oltre la scena”, la sezione di critica e conversazione con il pubblico, subito dopo la performance, ci saranno i critici Enzo Del Gaudio ed Emanuela Ferrauto.
E’ la stessa Compagnia Hypokritès Teatro Studio dunque, che saluta con questo doppio appuntamento del week end, il pubblico che ha seguito un anno di eventi di alto valore culturale. Diviso in quattro sezioni: teatro, cinema, filosofia e letteratura, LustriTeatro ha meravigliato e incuriosito per il gusto di intrecciare la modernità, attraverso le più ardite proposte del linguaggio teatrale e cinematografico contemporaneo, oppure attraverso il format di successo “letture in scena” da la Repubblica di Platone – con la tradizione e lo sguardo attento al territorio.
Memorie di Adriano, romanzo in forma epistolare sulla figura del grande Imperatore romano (Italica, Spagna, 76 d.C. – Baia 138) non è solo il distillato letterario di un’esistenza inimitabile, ma è forse anche il più compiuto diario sulla responsabilità e la solitudine del potere, dato alle stampe poco dopo che quest’ultimo si era manifestato nelle sue forme più abiette.
Assurto, forse con un artifizio testamentario, alla gloria imperiale nel momento di massima espansione di Roma, Adriano compie fino in fondo la missione che la Storia gli assegna: consolidare, ordinare e trasmettere alle generazioni successive un “consorzio” sterminato di uomini, culture ed arti, anche le più dissimili tra loro, ma pure associate in un’idea di superiore armonia.
Fino in fondo, pur con tutte le contraddizioni, le esasperazioni dell’assoluta sovranità su persone e cose, nella consapevolezza, allo stesso tempo tragica ed esaltante, che se inevitabilmente all’apoteosi seguirà il declino, nessun uomo, tanto meno chi abbia autorità sui consimili, può sottrarsi al dovere di “sentirsi responsabile della bellezza del mondo”.