La terra continua a tremare nel Centro Italia, con conseguenze materiali e immateriali drammatiche. Coldiretti Campania ha già avviato molte iniziative di solidarietà, a sostegno dei cittadini e delle aziende agricole colpite e messe in ginocchio. “Occorre dare una mano a chi dovrà affrontare l’inverno – spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – ed in particolare agli allevatori. Gli animali sono sottoposti ad uno stress incredibile, che ha ridotto anche la produzione del latte. Allo stesso tempo le aziende sono in grave difficoltà nel reperimento dei foraggi. A tale proposito stiamo organizzando una spedizione di fieno e paglia per contribuire alle scorte della stagione fredda. Una scelta di ordine pratico che va incontro ad esigenze impellenti. Aiutare le imprese a tenere duro in questa fase significa garantire la continuità della vita economica e sociale”.
Coldiretti Campania collabora con il campo base di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, che è stato realizzato grazie all’impegno del Comune di Caggiano (Sa). Il campo sarà il punto di riferimento per scaricare e smistare i foraggi. La prima spedizione sarà di quattro/cinque tir, che partiranno nel mese di novembre in accordo con le autorità locali e la Protezione Civile. In queste settimane si provvederà a coordinare le donazioni delle imprese agricole campane. Coldiretti allestirà una base logistica ad hoc per la spedizione. Le aziende agricole che volessero contribuire alla raccolta possono mettersi in contatto con gli uffici di zona, le federazioni provinciali o la federazione regionale di Coldiretti.
Al campo base di Arquata sono state indirizzate anche le iniziative di solidarietà dei giovani di Coldiretti. “I nostri volontari – aggiunge Giovanni Caggiano, sindaco di Caggiano – hanno fatto un lavoro straordinario. Siamo certi che, grazie alla collaborazione di Coldiretti, riusciremo a dare un sostegno a chi sta vivendo giorni duri. Purtroppo l’attenzione mediatica è calata, ma la situazione delle zone terremotate entra ora nella parte più difficile. Serve ricostruire anzitutto il tessuto sociale, rimettendo in piedi le attività economiche. Tra queste l’agricoltura rischia di essere dimenticata ed invece rappresenta un elemento di coesione per le comunità colpite”.