Oggi 24 febbraio la chiesa festeggia sant’Etelberto re del Kent, nacque nel Kent (Inghilterra) intorno al 552, verso il 588 essendo ancora pagano sposò a Parigi la principessa cristiana Berta (santa festeggiata il 1 maggio), figlia del re merovingico Cariberto, re dei Franchi, con la condizione di non impedire né a lei né al suo cappellano Letardo il libero esercizio della loro religione. Per l’influenza della moglie, accolse favorevolmente i missionari inviati da san Gregorio Magno a evangelizzare l’Inghilterra, sotto la guida del monaco sant’Agostino di Canterbury. Agostino giunse sull’isola di Thanet nel 597 ed Etelberto lo incontrò per la prima volta sotto una quercia: secondo le sue credenze, in questo modo egli avrebbe dissipato tutta la magia che i cristiani avrebbero potuto esercitare. Convinto della bontà della loro missione, li autorizzò a stabilirsi a Canterbury per svolgervi la loro predicazione, cosicché molti furono in breve i convertiti alla fede cristiana e tra questi lo stesso Etelberto, che fu così il primo sovrano inglese a ricevere il battesimo, nel 597. Da allora egli appoggiò con ogni mezzo la diffusione del cristianesimo nel Paese, senza tuttavia forzare mai nessuno ad aderirvi. Fonda addirittura una cattedrale a Canterbury. Etelberto creò nel Kent anche il primo codice legislativo anglo-sassone scritto, che prevedeva la protezione della Chiesa e l’istituzione di un complesso sistema di indennità. Questo codice dimostra come il Kent fosse un regno relativamente organizzato e centralizzato. Dopo un regno durato ben 56 anni, 20 dei quali vissuti da cristiano, Etelberto morì a Londra il 24 febbraio 616.
24 febbraio: beato Tommaso Maria Fusco, nacque il 1 dicembre 1831 a Pagani (Salerno), fin da fanciullo i genitori di integra condotta morale e religiosa seppero formarlo alla pietà cristiana e alla carità verso i poveri. Si distinse per la sua indole buona e molto presto diede segni di vocazione al sacerdozio. Ben presto rimase orfano della madre, vittima dell’epidemia colerica nel 1837 e, pochi anni dopo, nel 1841, perdette anche il padre. D’allora si occupò della sua formazione don Giuseppe, lo zio paterno, il quale gli fu maestro negli studi primari. I suoi avrebbero voluto trattenerlo in casa per farne il continuatore della famiglia, ma egli sentiva che il Signore lo voleva consacrato a Sé per la salvezza delle anime. Entrò nel 1847 entrò nel Seminario diocesano di Nocera. Tommaso Maria il 22 dicembre 1855, fu ordinato sacerdote. Fin dall’inizio del ministero curò la formazione dei fanciulli, per i quali in casa sua, aprì una scuola, e ripristinò la Cappella serotina, per i giovani e gli adulti presso la chiesa parrocchiale di San Felice e Corpo di Cristo con lo scopo di promuovere la loro formazione umana e cristiana. Nel 1862 aprì gratuitamente per i sacerdoti una scuola di teologia morale, infiammandoli all’amore del Sangue di Cristo: nello stesso anno istituì la «Compagnia (sacerdotale) dell’Apostolato Cattolico» per le missioni popolari. Portò ai poveri nascosti nei palazzi, la carità che non umilia, ai sofferenti la serenità, agli abbandonati il conforto dell’amicizia, ai peccatori la salvezza. Per le giovani, che, chiamate alla vita di famiglia, non avevano possibilità economiche, s’incaricava di procurare il corredo e la casa: la carità in lui non aveva limiti. Profondamente colpito dalla disgrazia di un’orfana, vittima della strada, il 6 gennaio 1873, dopo attento discernimento, Tommaso Maria fondò la Congregazione delle «Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue». Agli impegni di fondatore e missionario apostolico associò anche quelli di parroco, dal 1874 al 1887, presso la Chiesa di San Felice e Corpo di Cristo, a Pagani. Ben presto Tommaso Maria, divenuto oggetto d’invidia per il bene operato col suo ministero e per la vita di sacerdote esemplare, affronterà umiliazioni, persecuzioni fino all’infamante calunnia nel 1880, da un confratello nel sacerdozio. Ma egli sostenuto dal Signore portò con amore quella croce. Consumato da una patologia epatica, morì il 24 febbraio 1891, a 59 anni