La Parola al centro della Quaresima. Questo il primo impegno che il vescovo di Nola, Marino, chiede alle comunità parrocchiali diocesane, chiede ad ogni credente di questo territorio. Accogliendo l’invito fatto da papa Francesco, esorta «ad una maggiore assiduità nell’ascoltare e meditare la Parola, consapevoli che l’esperienza del dono ricevuto nella Parola di Dio ci apre al dono di noi stessi ai fratelli e alla loro accoglienza come grazia che ci arricchisce. “La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello”».
La Quaresima, ricorda il vescovo Marino, è il tempo propizio per incrementare iniziative pastorali a ritrovarsi insieme per l’ascolto nel silenzio e nella condivisione di quanto lo Spirito Santo continua a comunicare mediante la Parola alla sua Chiesa. Per questo, raccomanda «che in tutte le comunità si incrementino iniziative di “Lectio divina”…Esse concorrono a dire il compiersi della salvezza oggi, l’incarnarsi di Dio nella nostra storia attuale. Quando il Signore parla e noi accogliamo il suo dono nella fede orante, le sue parole non esprimo idee, ma annunciano eventi attuali, non sono parti di un discorso, ma di un’azione; mentre dicono, rivelano i farsi carne di colui che è la Parola, l’”impantanarsi” di Dio nella nostra storia attuale, fino a farsi peccato, fino alla morte, per condurci, convertirci alla vita, alla risurrezione, all’esperienza divino-umana dell’amore che riscatta e dona vita nuova alla comunità, a ciascuno e rimanda a un compimento pieno di speranza».
Ma non solo. C’è di più. E il vescovo Marino lo sottolinea ricordando che «don Tonino Bello, il vescovo dello slancio profetico della carità segnato dall’unzione della Parola, in una riflessione sulla quaresima ricordava che essa è un itinerario esistenziale che parte dalle ceneri sulla propria testa per arrivare all’acqua sui piedi dell’altro. Un itinerario vitale dal pentimento al servizio, alla vita come dono, che tra poco rinnoveremo». Quindi il secondo impegno: cercare e trovare «impegni e segni concreti di servizio ai fratelli nella carità, consapevoli che il dono dei fratelli ci arricchisce e ci rinnova nella vita nuova in Cristo».