di Antonio Vecchione
Domenica delle Palme a Baiano, ore 19.00, sagrato Chiesa di S. Stefano e, a seguire, collina di Gesù e Maria: la Pro Loco mette in scena la rappresentazione teatrale della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, uno straordinario spettacolo di Fede, di amore per le tradizioni di Pasqua e per l’arte, schiettamente popolare, animato dal popolo per il popolo.
Lo scenario è suggestivo, l’atmosfera gioiosa ed entusiasta. La facciata della Chiesa, con drappi gialli e rossi, illuminata dal sole che tramonta, è una magnifica quinta e il pubblico numeroso e variopinto, di tutte le età, assiepato ordinatamente al limite degli spazi per lo spettacolo, partecipa e mostra chiaramente il piacere di esserci. I costumi e la buona recitazione degli “attori” calamitano l’attenzione degli spettatori, che seguono attenti e in ossequioso silenzio il susseguirsi dell’azione scenica, dal processo a Gesù alla sua crocifissione. E’ stato, dunque, un successo, che ha premiato tutta la fatica per organizzare. Non possiamo che essere riconoscenti alla Pro Loco e a tutti i protagonisti, giovani e meno giovani, che hanno profuso tempo, energie, capacità, ingegno, creatività per questa teatrale testimonianza di Fede.
Eventi come questi rafforzano la convinzione di essere una comunità fortunata per la presenza di un’associazione come la Pro Loco, sempre al servizio di Baiano, grazie alla passione e allo spirito di sacrificio dei tanti soci, che non si tirano mai indietro e con generosità offrono il loro tempo libero.
Infine c’è da aggiungere una ulteriore riflessione. La Pro Loco è protagonista di tante manifestazioni, tutte con finalità sociali, ma non ha mai fatto nulla per vantare meriti, per distinguersi o per vanitosamente sbandierare in piazza i positivi risultati. Un modo di agire esemplare, abbastanza raro nell’attuale società, spesso caratterizzata da uno sfrenata volontà di presentarsi come protagonista anche senza averne i titoli. E un modo di essere diversi, è il loro DNA, che si ritrova pari pari anche nella base, tra i soci. Chi partecipa alle riunioni organizzative, come faccio io negli ultimi tempi, rimane colpito dal clima fattivo, pratico ed operoso di questi incontri, che sono caratterizzati da progetti chiari e poche chiacchiere per andare subito alla concretezza. Con esemplare spontaneità i soci aderiscono alle iniziative, con la naturalezza di chi è chiamato a un dovere sociale, senza far risaltare il loro contributo, senza vantarsi della qualità che riverseranno nella costruzione dell’evento. Non c’è differenza tra i ruoli più in vista e altri più umili; lo spirito è solidale, compatto, di quella purezza che evoca costumi di vita antichi, di quando il popolo era unito da un destino comune e dalla compartecipazione dei momenti di festa e di gioia (ma anche, e non era cosa da poco, di tristezza).
Un grazie di cuore e un virtuale abbraccio a tutti, uno ad uno. Non è il caso, e comunque non riuscirei, a nominarli tutti, per cui ringrazio soltanto Felice D’Anna, nella sua qualità di Presidente. Mai come in questa occasione è stato il vero “Padreterno” della scena.