Ematologi, oncologi, ortopedici, dentisti, specialisti di terapia intensiva e altri tra scienziati e medici cubani si sono incontrati a L’Avana per annunciare i vantaggi e la nuova ricerca clinica sull’Hebervital, un farmaco che viene utilizzato nel sistema sanitario nazionale di Cuba, con notevoli vantaggi in diversi processi patologici, ha detto Iris Lugo, specialista di comunicazione del Centro d’Ingegneria Genetica e di Biotecnologia (CIGB con il suo acronimo spagnolo) di Cuba. Sviluppato proprio dal CIGB, il medicinale è utilizzato su pazienti che effettuano chemioterapia, radioterapia, trapianti di midollo osseo e immunodepressi, secondo quanto affermato dagli esperti. È applicato anche ai pazienti con le difese dell’organismo in regressione e con una storia di infezioni gravi o ricorrenti, e i suoi benefici includerebbero la riduzione dell’uso di antibiotici e la frequenza di ospedalizzazione. L’uso tempestivo di questo farmaco permetterebbe di completare la chemioterapia e la radioterapia e i regime di terapie nei pazienti neoplastici, al fine di fornire la migliore efficacia del trattamento ed un miglioramente della qualità della vita. Secondo gli esperti, l’Hebervital è un fattore stimolante di prima linea nel sostenere la terapia anticancro perché aumenta il numero di cellule staminali, che successivamente vengono raccolte per essere iniettate. Esso avrebbe dimostrato efficacia anche nella cura della cirrosi epatica, dell’insufficienza arteriosa periferica, delle patologie del ginocchio e dell’anca, così come nelle lesioni cutanee, alopecia e cicatrici a causa dell’acne giovanile, tra gli altri disturbi. Durante il primo incontro nazionale sull’estensione dell’uso dell’Hebervital, il dottor Porfirio Hernández, un esperto dell’Istituto di ematologia e immunologia, ha sottolineato i vantaggi di questo farmaco che è stato utilizzato per 15 anni nella pratica medica, con risultati molto buoni, soprattutto in oncologia ed ematologia. Effetti di un farmaco che ricorda quelli della “Terapia Di Bella”, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che tra i suoi fondatori annovera proprio l’ex pretore di Maglie Carlo Madaro, famoso per la sua battaglia per la libertà di cura all’inizio degli anni ’90. Sarebbe, quindi, interessante capire se la comunità scientifica internazionale ne abbia voluto approfondire la conoscenza, anche se è lecito dubitarne, giacchè al di fuori delle longae manus delle multinazionali farmaceutiche.