Come vi avevamo già parlato in un precedente articolo, salendo ull’Acerone da Pannarano siamo incorsi in un inaspettato problema. Il problema interessa più che altro l’area appartenente al comune di Sperone, nella quale, nel tratto dall’Acerone al Ciesco Bianco, l’ambiente risulta fortemente compromesso da una causa non ben definita. Già alcuni anni fa sul Ciesco Bianco moltissimi alberi erano morti, ma adesso il problema risulta aggravato, gli alberi bruciati, secchi, spezzati, si estendono per vari ettari, nella zona dall’Acerone al Ciesco Bianco.
Abbiamo indagato sul caso e chiesto spiegazioni dell’accaduto a varie persone, tra cui Pino Eremita, dirigente della comunità montana Partenio-Valle di Lauro con sede a Pietrastornina (AV), esperto conoscitore del territorio che nel passato, insieme alla figura di Fulco Pratesi, fondatore del WWF, si è impegnato per la valorizzazione del Partenio.
Alcuni hanno ipotizzato che a far morire migliaia di alberi siano state cause naturali, quali vento forte e fulmini, ma non è esclusa la possibilità di una malattia, cosa che spiegherebbe il perché la zona in cui gli alberi sono morti si stia estendendo progressivamente negli anni. In questo caso il problema sarebbe davvero allarmante perché potrebbe estendersi ancora e distruggere completamente le creste del Partenio. Il vento avrebbe poi spezzato gli alberi secchi, rendendo l’ambiente così come lo vediamo, un vero disastro.
Un’altra pista da non escludere è quella di incendio (doloso, oppure no). Spesso vengono appiccati incendi nei boschi, ma in questo caso, al nostro occhio, quasi nessun albero si presenta annerito, ma sono semplicemente secchi, morti, senza forze, leggeri. Cercando bene, però, qualche albero annerito lo si trova. Altre persone con cui abbiamo parlato, esperti contadini e di montagna, ci hanno detto che la distribuzione del sottobosco fa pensare inevitabilmente a un incendio, nonostante gli alberi sembrino semplicemente morti e spezzati per cause ignote. In alcuni commenti in giro sul web qualcuno ha addirittura suggerito che gli alberi siano stati picconati da malintenzionati.
Malattia, incendio, cause naturali? Purtroppo il motivo per cui migliaia di alberi siano morti è inspiegato.
Inoltre, al di là delle cause, sarebbe opportuno provvedere a rimpiazzare gli alberi secchi con dei nuovi in modo da consegnare alle future generazioni un Partenio il più possibile simile a quello che finora avevamo conosciuto.
Il problema inoltre è stato debitamente sottoposto a varie autorità competenti sul territorio, ma allo stato attuale non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta concreta.
In sostanza, le operazioni da fare, sarebbero:
1) Scoprire le motivazioni, ed escludere la possibilità di una malattia
2) Cercare di far ritornare il percorso di cresta il più possibile simile a come era un tempo, con un’operazione di ripulitura dell’intera zona, portando a valle tutto il legname ammalorato e procedere con una reintegrazione con nuovi alberi. Ovviamente ci rendiamo conto di come, con i tanti problemi al giorno d’oggi, questo di salvare gli alberi a molti possa sembrare irrisorio.
Eppure, osservare ciò che accade intorno a noi, è un’operazione che non dobbiamo mai smettere di fare, prima che le cose alle quali più teniamo scompaiano senza che ce ne rendiamo conto, o mentre addirittura facciamo finta di niente.
E poi c’è un aspetto da non sottovalutare: molti dei problemi che ci si presentano, sono “irrisolvibili” (o fuori dalla nostra portata), mentre questo, tutto sommato, è più che risolvibile.
Non può esserci sviluppo nei comuni del Partenio (ad esempio Avella, che mira negli ultimi anni,a diventare a pieno titolo una città d’arte) senza la salvaguardia dell’ambiente, che negli ultimi anni risulta fortemente deteriorato, addirittura a 1598 metri, sull’Acerone, la cima più alta del Partenio.
“Il sentiero dal Ripetitore all’Acerone fu allora piuttosto semplice, e a parte pochi tratti esposti al baratro, anche adesso proviamo a farlo velocemente, come quell’estate. Ma qualcosa risulta diverso. Si inizia ad avvertire il sospetto di qualcosa che non va. Un’inquietudine si affaccia alle nostre spalle, alcuni alberi che sono caduti, prima pochi, poi abbastanza, poi moltissimi, poi tutti. La nostra giornata spensierata muta in un continuo percorso a ostacoli tra alberi caduti per un motivo non del tutto chiaro. Le creste che erano vive, estive, floride, non ci sono più. Da qui in poi, quasi ogni albero è morto. Un incendio? Una malattia? Faremo in seguito tutte le dovute indagini del caso.”
(Guida sentimentale ai Monti di Avella: Sopra l’Arenella, l’Acerone, il Ciesco Bianco).
Valentina Guerriero