Martedì 9 maggio alle 19: ne discutono con l’autore Petrella, Tirino e Del Gaudio. Chiude il professor Cavicchia Scalamonti. Coordina Alfonso Amendola
Le trame narrative di Gianfranco Pecchinenda navigano nel mare della simulazione. Verso una continua scomposizione dello statuto letterario. Un continuo spostare il baricentro delle storie, dei personaggi, delle situazioni, dei luoghi.
L’ultimo lavoro narrativo di Gianfranco Pecchinenda (sociologo e romanziere) è La faccia. Un omaggio a Franz Kafka (Oèdipus Edizioni) che sarà presentato martedì 9 maggio (ore 18,30) a Napoli negli spazi del “Nuovo Spazio Guida” (via Bisignano 1, nelle vicinanze di piazza dei Martiri). In dialogo con l’autore: Vincenzo Del Gaudio (saggista), Angelo Petrella (scrittore) e Mario Tirino (saggista). Coordina Alfonso Amendola (Università di Salerno). Chiude l’incontro una riflessione di Antonio Cavicchia Scalamonti (“Sapienza” Università di Roma).
La faccia è un omaggio e rientra in un ampio progetto letterario ispirato a grandi scrittori. Stavolta vien celebrato uno degli prosatori fondamentali della letteratura del Novecento: Franz Kafka. In questo romanzo breve dell’immaginario kafkiano ritroviamo l’instabilità dell’io, il tumulto del dubbio, l’azzeramento sistemico dei fatti, la verità come ineffabile, la lotta continua contro il grigio dell’esistenza, la scrittura come ricerca della sincerità (non dell’autentico, sia ben chiaro). E soprattutto l’asserragliarsi in una spesso inospitale solitudine. Bisogna, però, precisare che La faccia è molto più di un raffinato esercizio di stile. È un prezioso lavoro narrativo avvolgente, multiforme e densamente legato ai temi prediletti dall’autore napoletano: il tema dell’identità, la fuga, il disincanto, la labile frontiera che divide la realtà quotidiana da quella letteraria.
Gianfranco Pecchinenda (1963) ha vissuto in Sudamerica fino all’età di vent’anni. Successivamente si è stabilito a Napoli dove attualmente risiede e lavora (è professore di Sociologia all’Università Federico II). Ha pubblicato i romanzi L’ultimo regalo (Lavieri 2013), Essere Ricardo Montero (Lavieri 2011; tradotto in spagnolo con il titolo Ser Ricardo Montero presso Ediciones Carena, Barcellona 2014); le raccolte di racconti, L’Ombra più lunga (Colonnese 2009 – vincitore della IV Edizione del Premio Letterario Torre Petrosa 2010) e Come se niente fosse (Ad Est dell’Equatore, 2015). Nell’ambito della saggistica ha pubblicato, tra l’altro, Il Sistema Mimetico. Contributi per una sociologia dell’assurdo (Ipermedium libri 2014); Fingere per davvero. Scritti su Emmanuel Bove e altre menzogne (Funes 2013); Homunculus. Sociologia dell’identità e autonarrazione (Liguori 2008); Videogiochi e cultura della simulazione. La nascita dell’Homo Game (Laterza 2003 e 2010).