Mentre è entrata nel vivo la seconda edizione della Rassegna “Maggio nei Monumenti” – che vede l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Avellino e l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi impegnati in un ricco e variegato programma teso ad una sempre maggiore valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città di Avellino – il Museo Civico di Villa Amendola, che nella sua apertura straordinaria di sabato e domenica ha registrato un notevole afflusso di visitatori, si arricchisce di una nuova gemma. Si tratta dei bozzetti preparatori del Trono della Madonna del Rosario della chiesa di Santa Maria della Vittoria di Corso Vittorio Emanuele, più nota agli avellinesi come chiesa del Rosario, realizzati nella seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso dal Maestro Domenico Stasi (Gagliano del Capo, Lecce 1913 – Avellino 1971). Bozzetti per anni conservati da uno dei figli del Maestro Domenico Stasi, il prof. Remo Stasi, nella sua casa di Trieste, che ora sono in esposizione permanente nella “Sala del ‘900 ad Avellino” del Polo Museale cittadino di Villa Amendola. La consegna del significativo nuovo tassello di storia avellinese è avvenuta a Villa Amendola, dove ad accogliere il prof. Remo Stasi e a guidarlo in una visita nelle sale del Museo è stato il Curatore del Polo Museale cittadino, il dott. Alberto Iandoli.
“Si tratta di un altro prezioso dono che arricchisce il nostro Museo – ha commentato l’Assessore alle politiche culturali Bruno Gambardella – e di ciò ringrazio, a nome dell’Amministrazione Comunale, il prof. Remo Stasi ma anche il dott. Alberto Iandoli, Responsabile del Museo, per il quotidiano impegno, di cui l’esposizione dei bozzetti del Trono avellinese del Rosario è solo uno dei tanti frutti”.
Al commento dell’Assessore Gambardella si aggiunge quello dello Storico dell’Arte Alberto Iandoli. “L’esposizione dei bozzetti preparatori dell’altare maggiore della chiesa del Rosario di Avellino, realizzati dallo scultore Domenico Stasi, pugliese di nascita ma avellinese di adozione – ha affermato lo studioso d’arte – consentono al Museo Civico di Avellino l’opportunità di riscoprire, e al tempo stesso di omaggiare, la figura di un valente artista del ‘900, lo scultore Domenico Stasi, che ha lasciato significative tracce del suo lavoro nella città di Avellino, dove giunse dalla natia Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, ventiseienne, nel 1939, per insegnare Storia dell’Arte, Ornato e Plastica presso la locale Scuola d’Arte, di cui poi, nel 1955, ne assunse la direzione, e dove ha trascorso tutto il resto della sua vita. Di Domenico Stasi – ha aggiunto Alberto Iandoli – ancora oggi possiamo ammirare in città, oltre all’altare in maiolica della chiesa del Rosario al Corso Vittorio Emanuele, e nella stessa chiesa la Via Crucis, anche il monumento in piazza del Popolo, in bronzo fuso a cera persa, commissionato dall’Amministrazione Comunale allo scultore Domenico Stasi, e inaugurato il 14 Settembre del 1958 per ricordare le vittime dei bombardamenti aerei che interessarono Avellino nel settembre del 1943, e che valsero alla nostra città la medaglia d’oro al valore civile. Domenico Stasi – ha commentato ancora lo Storico dell’Arte Alberto Iandoli – è una figura di artista del ‘900 che meriterebbe maggiori attenzioni rispetto a quelle che ad oggi gli addetti ai lavori gli hanno riservato. La sua formazione avvenuta presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli nella prima metà degli anni ’30 del secolo scorso si compie sotto la guida di docenti di alto profilo, quali il calabrese Alessandro Monteleone e il siciliano Manlio Giarrizzo, artisti entrambi questi che hanno influenzato non poco il lavoro di Domenico Stasi, specie Alessandro Monteleone, da cui Stasi ha appreso nel modellare la figura umana, quel suo classicheggiante creare eleganti forme, nel rigoroso rispetto dell’anatomia. In qualità di Curatore del Museo Civico di Avellino – ha concluso Alberto Iandoli – mi associo agli istituzionali ringraziamenti che l’Assessore alle politiche culturali Bruno Gambardella ha voluto indirizzare al prof. Remo Stasi, per l’opportunità concessa al Museo Civico di Avellino, attraverso l’esposizione dei bozzetti del Trono del Rosario di Domenico Stasi, non solo di poter raccontare ai visitatori del Museo un’altra pagina di storia cittadina, ma più in generale di poter gettare nuova luce sulla figura di un valente artista del ‘900, lo scultore Domenico Stasi, che sfogliando gli annali della prestigiosa Quadriennale di Roma scopriamo che condivise in età giovanile segmenti di strada, tra gli altri, con i più fortunati Giacomo Manzù e Francesco Messina, a cui il nostro Domenico Stasi non ha nulla da invidiare!”.