di Lucio Ianniciello
La vecchia guardia oggi in sala stampa. Dopo Gigi Castaldo parla Angelo D’Angelo, il capitano di tante battaglie. L’unico ad aver vissuto tutta l’epoca Taccone, dalla D alle soglie della Serie A. Una salvezza che si era complicata tremendamente ed oggi in rimonta, all’ultima giornata, è stata strappata con i denti.
Uno sfogo il suo: “Non siamo macchine, è stato difficile salvarsi con la spada di Damocle della penalizzazione sulla testa. Mi dispiace per le ultime gare, per i due derby perduti, per aver steccato col Bari. Siamo uomini e abbiamo trovato tante difficoltà. A livello di condizione ci sta che puoi arrivare cotto. Quello che conta è il risultato, abbiamo fatto 52 punti sul campo, quinto anno di fila in B. È vero che ci sono state anche le brutte gare di Terni e Ascoli ma ce l’abbiamo messa tutta. Oggi ho pianto. Non abbiamo mollato. Ringrazio la società, ringrazio i gufi che ci hanno dato una grossa mano. Il tifoso deve essere onorato. Non abbiamo dormito la notte, per una settimana non ho visto mio figlio con la febbre alta. Sono della provincia di Salerno, un’ora e 40 da qui. Li’ ho tutti contro, qui ho tutti a favore”.