Nella decorsa notte i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Avellino, in piena sinergia con i colleghi della Squadra Volante della Questura, sono intervenuti nel capoluogo, in Via Tedesco, in quanto sull’utenza 112 del Comando Provinciale Carabinieri era giunta la segnalazione di una rissa in atto tra donne. Giunti immediatamente sul posto i militari, constatando la presenza di un elevato numero di persone, alcune delle quali in stato di alterazione, e comprendendo bene la delicatezza della situazione, richiedevano l’ausilio degli agenti che tempestivamente si portavano in loro supporto al fine di vagliare la fondatezza della notizia di reato e ricostruire l’intera vicenda. Mentre stavano raccogliendo elementi utili all’attività info-investigativa appena avviata, identificando i presenti, militari ed agenti venivano richiamati dalle grida provenienti da un nuovo focolaio di lite che si era acceso tra una coppia di fidanzati ucraini, entrambi in evidente stato di alterazione. Ai ripetuti inviti alla calma nonché a mantenere un maggior contegno avanzati dagli operatori, l’uomo, un 27enne di nazionalità ucraina, si scagliava violentemente contro di essi, talché se ne rendeva necessario l’accompagnamento in caserma al fine di scongiurare un ulteriore degenerazione della situazione, già delicata sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica. Assunto il controllo della situazione e riportata la calma sul luogo dell’intervento, i due organi di polizia, perfettamente sincronizzati nella loro attività, riuscivano a ricostruire la vicenda procedendo alla denuncia a piede libero di tre donne, una italiana e due ucraine tutte di età compresa tra i 18 ed i 38 anni, per il reato di rissa. In ragione della grave condotta posta in essere ai danni degli operatori, il 27enne ucraino veniva tratto in arresto nella flagranza del delitto di resistenza a pubblico ufficiale e tradotto, a disposizione della Procura della Repubblica di Avellino, presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa di rispondere del proprio operato in Tribunale, ove sarà giudicato con rito direttissimo.