Dare ai vostri bambini uno smartphone è “come dargli un grammo di cocaina”. A spiegarlo al The Independent è Mandy Sailgari, psicologa esperta di dipendenze e relazioni familiari. La dottoressa Saligari è a capo della clinica di riabilitazione Harley Street Charter e due terzi dei sui pazienti sono ragazzi tra i 16 e i 20 anni, ma molti sono anche più giovani. Negli dieci anni il numero di adolescenti assistiti dalla struttura è cresciuto in maniera esponenziale. “Dico sempre che dare ai vostri figli piccoli uno smartphone o un tablet è come dargli una bottiglia di vino o un grammo di cocaina” sostiene la terapista mettendo in guardia i genitori dai rischi di dipendenza da social network. Gran parte dei suoi pazienti sono ragazze tra i 13 e i 15 anni coinvolte nel cosiddetto “sexting”: l’invio di immagini sessualmente esplicite tramite il proprio cellulare. “Molte ragazze in particolare sono convinte che mandare una foto di loro nude a qualcuno attraverso il proprio smartphone sia normale” racconta la psicologa. Pochi giorni fa aveva fatto discutere la notizia dell’esistenza di un centro di disintossicazione da smartphone e dispositivi elettronici pensato per gli adolescenti statunitensi. La struttura si trova vicino Seattle e offre assistenza ai giovani che passano gran parte della giornata davanti ai videogame o su internet. “Perché prestiamo meno attenzione a queste cose rispetto che alle droghe o all’alcol?” prosegue Mandy Saligari. “Convincere gli adolescenti ad abbandonare lo smartphone è molto complicato, per loro è come se fosse una terza mano, ma non penso sia impossibile, le scuole che chiedono ai giovani di passare del tempo lontano dal loro telefono sono fantastiche. Se riesci ad accorgerti in tempo del problemi puoi insegnare ai tuoi figli ad autodisciplinarsi” conclude la dottoressa. (f. InterNapoli.it)