Non passa giorno in cui non si legga sulle cronache locali di ignari cittadini vittime di prenotazioni a suon di euro per case vacanze, B & B, e luoghi di dimora, specie nelle località marinare e vacanziere più cult. Proposte che poi puntualmente si rivelano inesistenti, quando magari si è giunti in loco e si sperava di poter trascorrere una sereno periodo di ferie che per tanti, tantissimi si trasforma in un incubo perché la prima cosa da fare è reperire un alloggio, che in periodi di punta diventa quasi introvabile nei posti più gettonati. Ed oltre la beffa di aver pagato per la prenotazione, anche il danno di dover perder tempo e ulteriore denaro per sistemarsi e tentare di proseguire la propria, agognata vacanza. Ormai si tratta di una prassi criminale ed un fenomeno che sta esplodendo che è quasi incontrollabile, tant’è che il numero di frodi online di questo tipo – di cui tantissime non denunciate perché a volte si tratta di solo poche centinaia di euro a titolo di caparra e molti preferiscono lasciar perdere – cresce ogni anno, in quanto i sedicenti affittacamere escogitano tutti i possibili stratagemmi per vedersi accreditate delle somme, quasi sempre a mezzo bonifico o Postpay intestate a soggetti terzi e spesso ignari, per poi dileguarsi ed essere reperiti solo dopo approfondite indagini informatiche da parte della Polizia Postale e delle altre forze di polizia che sono investite delle migliaia di denunce presentate. Proprio a fine mese scorso la Polizia di Stato ha stilato un vademecum che riteniamo utile rilanciare per trovare una casa vacanze più o meno sicura:
1) verificare l’esistenza della casa attraverso i principali motori di ricerca disponibili in rete. Ad esempio, con Google Immagini è possibile verificare se le foto nell’annuncio sono vere o sono state copiate/incollate da altri siti (basta trascinare o copiare e incollare l’immagine), mentre con Google Maps è possibile avere la visione ‘satellitare’ per verificare il luogo in cui si trova l’immobile;
2) paragonare sempre il prezzo della casa a quello di altri annunci e chiedere ulteriori informazioni all’inserzionista oltre a quelle presenti nell’annuncio”.
3) “versare una caparra non superiore al 20% del totale (prezzo medio di mercato) solo nel momento in cui si è già verificato l’annuncio e contattato l’inserzionista; utilizzare sempre metodi tracciabili (IBAN italiano che inizi per IT, PayPal, Hype di Banca Sella, …)
4) non effettuare pagamenti su carte ricaricabili o con servizi di trasferimento di denaro;
5) verificare ulteriormente l’origine dell’Iban tramite i cosiddetti ‘Iban calculator’ disponibili in rete, che mostrano se l’Iban inserito è valido assieme ad altre informazioni utili;
6) “Anche in caso di acquisto online di beni, è bene ricordare che è consigliabile affidarsi a negozi online certificati per evitare i rischi di ‘essere indirizzati’ su siti truffaldini o siti clone che potrebbero catturare i dati finanziari e personali inseriti per completare l’acquisto (phishing)”.
Tuttavia, al di là di queste regole di buon senso, lo “Sportello dei Diritti”, per tentare di porre un argine al fenomeno, lancia un servizio per raccogliere le semplici testimonianze e le denunce delle vittime, nonché per chiarire eventuali sospetti di frode che si possono nascondere dietro un qualsiasi e banale annuncio in rete. A tal proposito, rivela Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, verranno censiti gli annunci sospetti che ci verranno segnalati e risponderemo a chiunque, attraverso i nostri indirizzi email info@sportellodeidiritti.org e segnalazioni@sportellodeidiritti.org vorrà avere anche e solo un semplice consiglio per evitare di cadere nella “rete”.