– Nomina del nuovo amministratore delegato dell’Agenzia di Sviluppo dell’Area Nolana, il sindaco di Casamarciano Andrea Manzi contro la scelta di Vincenzo Caprio, venuta fuori nel corso dell’ultima riunione del tavolo dei Comuni. “Non si contesta il nome di Caprio che potrebbe anche andare bene- spiega Manzi- ma è una questione di metodo. L’esperienza di questi anni non è servita, il nuovo corso agognato non c’è stato. L’agenzia ha bisogno di un manager moderno che possa essere slegato dalla politica e possa lavorare per tutti”.
“La scelta intuitu personae- continua Manzi- non è garanzia di trasparenza né di efficienza ed economicità, che poi sono i principi capisaldi della pubblica amministrazione. Siccome tengo a questo strumento che ad oggi non ha prodotto nulla in termini di politica integrata, ho il dovere di fare qualcosa . Mi riservo il ricorso al Tar contro la nomina a difesa degli interessi dei miei concittadini”.
Il primo cittadino trova l’appoggio dell’onorevole Massimiliano Manfredi, deputato del Partito democratico. “Non esprimo giudizi su Vincenzo Caprio a cui auguro buon lavoro, ma spero che i sindaci abbiano scelto in piena autonomia e convinzione, in quanto sono loro, nel bene e nel male, le responsabilità dei risultati dell’ente. Dopo l’elezione di un nostro importante amministratore al tavolo dei Comuni, nel segno dell’autonomia del ruolo dei sindaci e della valorizzazione del merito e delle competenze, credo fosse necessario dare una ulteriore dimostrazione di discontinuità rispetto al passato scegliendo il nuovo amministratore delegato, come avevano proposto alcune amministrazioni, attraverso un bando ad evidenza pubblica al solo fine di avere la certezza di scegliere il meglio dopo l’uscita anticipata dell’ennesimo manager. Come sarebbe stato utile che nel nuovo contratto si prevedesse l’obbligo di rendere pubblici i risultati raggiunti. Così non è stato. Mi auguro che questa sia la volta buona per comprendere definitivamente se quest’ente e pronto per il salto di qualità o forse è meglio finirla qui”.