Nel nostro Paese, in fatto di Giustizia, capita che l’opinione pubblica concordi o meno con le decisioni degli organi Giudiziari, trasformandosi, a volte, in tifoserie, ma la notizia che un pakistano, reo confesso di aver violentato un tredicenne disabile, è stato lasciato a piede libero sia pure, con obbligo di firma e allontanamento dalla vittima, ha sconcertato tanti Italiani. Fra i motivi che sarebbero alla base della decisione, vi sono la confessione di aver commesso il reato e la mancanza del pericolo di fuga. Il Presidente Nazionale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), Antonio de Lieto, ha dichiarato:” Sono sinceramente incredulo e spero che si tratti di un brutto scherzo. Certo, se il Magistrato ha adottato un provvedimento del genere, è ovvio, che la Legge, lo consentiva. Si tratta di un reato odioso, aggravato dal fatto che è stato compiuto ad danni di un disabile e per giunta minorenne. Fra le altre cose, il violentatore avrebbe detto che il minore era consenziente. Certo, bisognerebbe “conoscere le carte”, sapere se il ragazzino fosse stato veramente consenziente e la misura di “capacità di intendere e volere” dello stesso. Ma , comunque, la vittima è minore degli anni 14, quindi potrebbe trattarsi di “violenza carnale presunta”. C’è da chiedersi – ha concluso il leader del LI.SI.PO. – se il fatto fosse accaduto nel Paese di origine del violentatore e di esso si fosse occupata la giustizia di quello Stato, quale sarebbe stato il destino giudiziario di questo signore? “