Al Presidente della Giunta Regionale della Campania
On.le Vincenzo De Luca
Al Vice Presidente – Assessore all’Ambiente Giunta
Regionale della Campania On.le Fulvio Bonavitacola
Al Consigliere Delegato Agricoltura, Caccia, Pesca della
Giunta Regionale della Campania Avv. Francesco Alfieri
Alla Dirigente Dott.ssa Daniela Lombardo
Settore Caccia e Pesca Regione Campania
e P/C Al Ministero dell’Ambiente, per la Tutela del Territorio e del Mare
Direttore Generale Protezione Natura Dr.ssa Maria Carmela Giarratano
Alla Conferenza Stato Regioni ed Unificata
Ai Capigruppo Gruppi Consiliari Consiglio Regionale della Campania
Ai Presidenti di Commissione Regionale
Ai sigg. Prefetti di Napoli – Caserta – Benevento – Salerno – Avellino
Al Direttore Generale dell’ISPRA dott. Stefano Laporta
Organi di Stampa
Oggetto: Rinnovo richiesta sospensione annata venatoria – Riunione del 28 agosto Regione Campania; Documentazione regionale sulla emergenza incendi in Campania – suo nesso con la attività di prelievo venatorio
Gentile Presidente Gentili tutti,
Premesso che:
– Rispetto alla data del 12 luglio scorso, data nella quale è stata inviata la prima richiesta di sospensione dell’annata venatoria in Campania, la situazione incendi e siccità è peggiorata, non si sono registrate precipitazioni e si sono invece avuti altri incendi in altre aree vaste del territorio regionale ( in provincia di Caserta, di Salerno, di Napoli e di Avellino);
– le popolazioni di animali e le specie vegetali continuano ad essere ininterrottamente sottoposte ad un periodo di stress termico e/o alimentare di alta gravità;
Visto che:
– La Giunta Regionale della Campania, ha chiesto in data 28/07/2017 ai referenti provinciali del settore foreste un parere sui danni causati dalla “permanente ondata di siccità” e/o incendi ;
Considerato che :
-Dalla lettura dei documenti prodotti dai singoli Dipartimenti provinciali della Regione Campania (gli ex Uffici caccia delle Provincie cancellate ope legis) emerge con notevole dissonanza uno scritto proveniente dagli Uffici di Caserta ove si evidenziano una serie di note preoccupanti sia per il merito di quanto si tenta di affermare sia, e tale evidenza desta la maggiore preoccupazione, per la metodologia del percorso logico a supporto.
Trattasi della risposta inoltrata alla UOD della Regione Campania Pesca Acquacoltura e Caccia esplicativa delle situazioni venutesi a creare dopo la stagione di incendi e siccità in Italia e dopo una serie di osservazioni e richieste da parte di Enti ed Associazioni miranti a limitare il già incompatibile impatto della pratica venatoria sugli ambienti devastati della regione .
Il documento degli Uffici Regionali di Caserta, che si produce in copia, afferma che le aree incendiate in Campania sono in sostanza aree protette (a caccia chiusa o regolamentata) e si sovrappongono a zone incendiate negli anni precedenti (tanto da non aumentare il danno, a loro dire già in essere) .
Tale preliminare lettura banalizza e snatura il principio di osservare gli ambiti naturali come un sistema complesso ed interconnesso ad elementi costantemente interdipendenti (i concetti dinamici di analisi dei sistemi territoriali da decenni hanno sostituito le analisi statiche, aprendo la strada a scenari come i corridoi faunistici, le linee di migrazione, le capacità di carico trofiche ed a tutte le operazioni di studio ecologiche alla base delle attività di conoscenza delle valutazioni di impatto ambientale e di incidenza).
Con tale premessa appare difficilmente comprensibile come la catastrofe ambientale accorsa in Campania, etichettata, dagli estensori del documento come suggestione collettiva e, a loro dire, stimolata dagli organi di comunicazione (forse è stato sbagliato dire che il fumo del Vesuvio era visibile oltre che dal satellite anche dai monti dell’Albania) possa essere relegata ad evento limitato localmente senza alcun impatto sulle popolazioni animali. Notevole, per inciso, anche l’elogio alla macchina organizzativa antincendio che:” ha retto, dando prova di efficienza e di capacità organizzativa”.
Vero è che gli stessi estensori considerano solo le popolazioni delle specie Tortora, Quaglia per opporsi alla apertura ad ottobre della stagione venatoria, ed affermano la totale non rilevanza su tali specie di quanto accorso in Campania, ignorando che gli incendi non solo hanno limitato le capacità riproduttive, di sostentamento e di spostamento della fauna oggetto di caccia, ma hanno completamente sconvolto gli ambienti di riposo sostentamento e riproduzione delle specie protette sconvolgendo totalmente molti ambienti tipici.
E’ non appare superfluo ricordare che la fauna protetta riveste numericamente e come specie una importanza ben superiore a quella cacciabile mentre subisce tutto il disturbo, non solo acustico , della caccia. E’ noto che la possibilità di cacciare in un ambito popolato da specie protette effettua un disturbo a catena che si ripercuote sulle specie anzidette privandole del sostentamento e della possibilità di poter sopravvivere.
Dopo la stagione di incendi appare ovvio che vi sarà un totale sconvolgimento delle aree di passo e di sostentamento della intera fauna europea nel Sud Italia ed anche la Campania vedrà molte presenze inusuali in zone di caccia aperta e questo metterà a rischio sia la fauna europea e la possibilità di poter vedere i SIC e le ZPS, zone di tutela europea, esplicare la loro opera di tutela ambientale. A solo titolo di esempio si fa notare che le enormi aree boschive del Vesuvio bruciate quest’anno erano un importante area di svernamento della Beccaccia importantissimo per la conservazione della specie e necessario per consentire l’attività venatoria a carico della specie nelle aree consentite.
Al cospetto di quanto accaduto, in luogo di consigliare una serena sospensione della attività di caccia per un anno, ci si preoccupa nel citato documento di citare la :” imponente consistenza del passo primaverile” della Quaglia.
Ma il motivo di forte preoccupazione viene anche rappresentato dal manipolare in modo banale ed inesatto uno studio di post-popolamento di aree incendiate, realizzato in Sicilia (cioè a distanza di diversi anni), concludendo che quanto accaduto quest’anno sarebbe addirittura benefica sulla biodiversità, resta da capire come poi si potrebbero ricostituire le popolazioni di insetti, rettili, ed altra fauna minore, legata agli ambienti e spesso protetta dalle direttive europee Habitat ed Uccelli i, dopo un evento di distruzione da fuoco.
La realtà, purtroppo per la Campania, compresa la Provincia di Caserta, è completamente diversa da quanto affermato dai “tecnici”. Il sistema di Aree Protette, Oasi di Protezione della Fauna ed aree aperte al prelievo venatorio disegnato in funzione di un esercizio sostenibile dell’attività venatoria è completamente stravolto e messo in crisi dalla siccità e dalla spropositata estensione degli incendi di quest’anno che sono in corso in molte aree della Regione. In merito agli incendi, inoltre, l’avvio molto precoce degli stessi, ha avuto un enorme impatto sulla riproduzione ancora in atto di molte specie, cacciabili e non.
Pertanto, riteniamo che la futura stagione di caccia possa costituire un serio danno in aggiunta a quanto già avvenuto e ci auguriamo che le autorità regionali posano decidere in maniera saggia anche seguendo le prescrizioni dell’Ente nazionale ISPRA ( che si allegano in copia), e per quanto finora esposto
SI CHIEDE all’Amministrazione Regionale della Campania di sospendere da subito l’imminente stagione venatoria 2017/2018, in attesa di verificare l’entità reale dei danni al patrimonio naturalistico della Regione Campania a fine stagione estiva 2017 ( terza settimana di settembre) , con sospensione delle attività connesse ( addestramento cani, preapertura, gare cinofile).
La scrivente Associazione si auspica che in futuro possa esserci la possibilità di confronto, di dialogo e soprattutto di essere invitata ai tavoli e alle riunioni che trattano tale materia;
Napoli, 24.08.2017
Il Delegato Wwf Italia per la Campania arch.Piernazario Antelmi