La politica ha evitato di regolamentare, e di far rispettare le leggi, anche laddove c’erano, per impedire che, in un contesto di legalità, i cittadini avrebbero potuto esercitare in pieno la loro libertà attraverso il voto. L’abusivismo edilizio è una delle massime espressioni di questo sistema, che si chiama, comunque, e sempre, voto di scambio.
Di anno in anno il sistema di clientele si è trasformato in un cancro, che ha devastato i luoghi più belli della regione. Oggi siamo nelle condizioni di mettere un freno al fenomeno e di creare un’inversione di tendenza. Ma non tutti i tumori si possono curare con l’eradicazione. Un sistema di abbattimento totale di tutti gli abusi, significherebbe creare, inevitabilmente, per i comuni, costi superiori, in molti casi, al vantaggio derivante dal solo ripristino dei luoghi.
Pensare di utilizzare alcuni manufatti, che non rientrano in alcune zone di particolare interesse urbanistico e ambientale, per destinarli ad attività di edilizia popolare, oppure, per opere di pubblica utilità, come asili, scuole, uffici, oppure affittarli per ricavarne introiti, mi sembra solo un agire con intelligenza e senso di responsabilità.