Caso Gori, la Rete dei sindaci per l’acqua pubblica incontra il neopresidente di Acea: “Liquidiamo la società privata e ripubblicizziamo il servizio idrico”

Caso Gori, la Rete dei sindaci per lacqua pubblica incontra il neopresidente di Acea: Liquidiamo la società privata e ripubblicizziamo il servizio idrico

Si è tenuto a Roma l’incontro tra la delegazione dei sindaci della Rete per l’acqua pubblica nel sarnese vesuviano e il neopresidente di Acea, Luca Alfredo Lanzalone, negli uffici del quartier generale della multinazionale quotata in borsa.
Acea, come è noto, rappresenta il socio privato del gestore campano Gori SpA e di fatto, secondo i patti parasociali, ne detiene il diretto controllo operativo attraverso la nomina dell’amministratore delegato.
Presenti all’incontro sindaci e delegati delle amministrazioni comunali di Casalnuovo, Nocera Inferiore, Pagani, Roccarainola e Fisciano, in rappresentanza dei venti primi cittadini che aderiscono alla Rete per l’acqua pubblica, con la partecipazione del deputato Luigi Gallo.
Gli amministratori locali, accompagnati da alcuni attivisti dei comitati civici, hanno denunciato i numerosi problemi che attanagliano da anni la gestione dell’acqua nel distretto sarnese vesuviano, proponendo al presidente Lanzalone un percorso concreto per il superamento dell’attuale disastrosa situazione e la ripubblicizzazione in tempi rapidi del servizio idrico.
Lungo e dettagliato l’elenco di disservizi, gravi mancanze e irregolarità gestionali presentato al numero uno di Acea, il quale ha dichiarato di condividere le forti preoccupazioni espresse da amministratori e cittadini sulla gestione portata avanti da Gori oltre che in merito all’insostenibile squilibrio finanziario della società con sede legale a Ercolano, sepolta da una massa debitoria di oltre 250 milioni di euro e da tempo sull’orlo del crack economico.
Adesso una duplice strada si para davanti al nuovo consiglio d’amministrazione di Acea: o si procede alla dismissione delle quote azionarie di Gori, il cui valore è stimato nei 39 milioni già accantonati nel bilancio della multiutily capitolina, oppure si tenta l’ennesimo rilancio della società con un non meglio precisato piano di efficientamento e un programma di rientro dell’enorme mole di debiti.
Lanzalone ha, inoltre, assicurato nelle prossime settimane un approfondimento ulteriore sulla vicenda campana, tranquillizzando i presenti sulla necessità di salvaguardare gli interessi dei cittadini ed evitare che siano proprio gli utenti a dover pagare in bolletta i debiti accumulati.
“Un incontro importante – sottolineano gli esponenti della Rete dei sindaci per l’acqua pubblica – che apre ancora nuove possibilità sull’esigenza di mettere in liquidazione Gori e superare definitivamente la sciagurata stagione della privatizzazione. Ad Acea abbiamo chiesto di scegliere la strada del ritiro dai territori colonizzati, partendo dalla nostra martoriata terra, facendo ritornare il servizio idrico nelle mani delle comunità territoriali attraverso un’azienda speciale consortile per una gestione solidale, trasparente e partecipata. Ma ricordiamo che la palla è anche nelle mani dell’immobile Ente Idrico Campano, che non riesce né a discutere né a decidere, restando impantanato in inutili pastoie politiciste e burocratiche”.