Tanta ironia per denunciare l’inciviltà di alcuni avellani,tanta tristezza per le brutte abitudini che non vogliono scomparire. Ecco il messaggio lanciato da Antonio Tulino, Presidente della Fondazione “Avella Città d’arte”, alle persone che non hanno cura del territorio in cui vivono e lo maltrattano: “Aumenta ad Avella il tasso di civismo degli associati e di quanti, visitatori, gratificano il paese della loro presenza, costellata di preziose testimonianze alimentari, ovvero, di lasciti consumistici, graziosamente confezionati e posti sui bordi o sulle mura della strada che conduce alle fontanelle, subito dopo la grotta di S.Michele, a testimoniare il loro passaggio, ancor di più, la grazia e la buona educazione, lascito delle loro virtuose madri e dei prestigiosissimi padri, diligentemente assorbita perché tutti possano ringraziare e auspicare un loro immediato ritorno, meglio, invocare segni di gratitudine per l’amore che nutrono per la natura, la testimonianza di rispetto per gli altri associati, l’affermazione di una legalità sempre pasticciata sulla lingua, vantata per gli altri, e mai per se stessi, tutori di un ordine di terzo tipo. Grazie a voi tutti, le nostre montagne, le strade bellissime che abbiamo, che vi conducono in luoghi ameni e silenziosi, brilleranno sempre più di pulizia e i servizi, nonché il personale addetto all’igiene e raccolta rifiuti, non avendo altro da fare, formuleranno, tanti motivi per augurarvi ogni bene, ogni pensiero di umana riconoscenza. Un consiglio : lasciate le vostre generalità sulle buste di plastica, sugli scatoloni, su tutte le liberalità offerte, così prodigalmente, alla natura, di modo che ognuno di voi possa ricevere dalla comunità avellana, dalle libere istituzioni repubblicane, attestati di benemerenza da sventolare con orgoglio ai vostri figli e nipoti.A buon rendere!!! e non vi fate scrupolo …lasciate tutto quello che potete. Dopo la terra dei fuochi potremo concorrere alla terra dell’ acqua. L’acqua delle nostre lacrime che non basteranno, purtroppo, a sommergervi”.