Fai pure la lista dei tuoi buoni propositi, ma prova ad integrarla con questa che ti proponiamo noi. Un domani ne raccoglieremo i benefici, tutti insieme.
Ci siamo, le feste sono ormai alle spalle e il 2017 è consegnato al passato. Eccoci quindi soli, con davanti il 2018 e 365 giorni tutti da scartare. Se anche tu hai provato a parlare a un anno appena nato, se anche tu gli hai fatto la lista di tutte le cose che del passato vuoi conservare, se anche tu sei partito con la tua bella lista di buoni propositi sperando che, realizzati, ti avrebbero cambiato la vita, ascolta: non serve quasi a niente. Intendiamoci: rimboccarsi le maniche è sempre utile, ma meglio farlo a prescindere dai risultati. Perché i propositi ti migliorino la vita, migliora quella degli altri e tutti miglioreranno la tua.
- Usa le gambe.
Prendi nota delle tue gambe e usale. Cammina compatibilmente con le distanze che devi percorrere, ma sappi che se giustifichi lo scooter come soluzione ideale per poter correre dall’ufficio alla palestra, abbiamo una soluzione migliore per te: vai al lavoro in bici ed elimina la palestra. Risparmieresti i soldi di: assicurazione e manutenzione del veicolo e della stessa attività sportiva. Usare le gambe è anche il modo migliore per conoscere la città, guardare la facciata di un palazzo storico su cui non ti eri mai soffermato o scoprire che in un bar poco noto si serve il caffè più buono al mondo. Il tutto, sapendo che non stai contribuendo all’inquinamento urbano e dunque a non ammalare te e gli altri di asma o di malattie cardiocircolatorie. Usa le gambe: risparmi, impari a conoscere la città e non uccidi.
- Alza la testa dallo smartphone.
Con uno smartphone puoi sentire l’amico e il parente, puoi rinnovare il tuo amore per qualcuno, leggere le news del giorno e condividerle. Collegandoti alla Rete puoi fare mille cose positive, o farne solo mille di meno. Non è che la tecnologia rappresenti di per sé un problema, ma non riuscire a controllarla annichilisce chi la usa e vaporizza la sua rete sociale. Al prossimo compleanno del cugino, non lasciare il messaggio sulla bacheca di Facebook, chiamalo; il commento all’uomo o alla donna desiderata sostituiscilo osando una richiesta di appuntamento. Estendi la rete sociale attraverso i social network, dalle profondità con il rapporto umano. E chiedi a chi è ti vicino “Come stai?”.
- Consuma di meno.
A volte è solo neofilia, amore per la novità in quanto tale, anche quando non porta alcun un vantaggio reale. Limitare i consumi, non solo quelli energetici, vuol dire inquinare di meno e porre un argine alla corsa al risparmio di chi, per rispondere alla frenetica domanda di consumo, non si fa scrupoli a dislocare le aziende in paesi che non tutelano il lavoratore. Nemmeno quando è minorenne. A volte si tratta semplicemente di desistere da acquisti inutili, altre volte di comprare qualcosa che promette di durare di più. In ogni caso, consumare di meno non vuol dire intraprendere una battaglia ideologica, ma affrontare una questione che ha a che fare con la sopravvivenza propria e di chi ci è vicino.
- Dona.
Può sembrarti banale, ma non lo è. Oltre al Natale appena passato, concediti a gesti di gratuità assoluta nel corso di tutto l’anno. Donare ti permette non solo di fare del bene a terzi, ma anche di verificare quanto tu sia davvero libero da ciò che possiedi. Può trattarsi di beni materiali, tanto quanto del tuo tempo, da usare, ad esempio, per fare un piacere a un amico, a un collega o per fare volontariato. Uno dei modi più efficaci per incidere positivamente sulla vita di qualcuno è adottare un bambino a distanza tramite ActionAid: un beneficio massimo con una spesa minima.
- Scegli.
Contro l’inerzia, la scelta. Scegliere è, in tale accezione, un proposito che include i precedenti, ma che allo stesso tempo estende all’infinito il suo raggio d’azione. Scegliere vuol dire comprare qualcosa che serve, altrimenti niente; vuol dire non accendere la televisione “tanto per”, ma con l’intenzione di vedere quello che ci piace e, in alternativa, spegnerla senza indugiare; vuol dire andare in un locale per un motivo, e non perché “si porta”. Scegliere impone un ragionamento e, così facendo, attiva un processo logico che invita a stabilire con noi stessi quali sono le priorità, qual è la nostra idea di qualità, cosa crediamo vada premiato e cosa no. Scegliere alimenta consapevolezza, obbliga alla responsabilità e premia in termini di libertà.