“Oramai è chiaro che Stefano Caldoro indossa due giacche. L’una, è quella da capo dell’opposizione in Consiglio regionale, quando sostiene che le azioni della Regione Campania, alla luce delle vergognose vicende portate alla luce dalle inchieste di Fanpage.it e della Procura di Napoli, favoriscono la camorra, fingendo di dimenticare che tra i suoi banchi siede anche l’indagato per corruzione Luciano Passariello. Ed è con questa mise che Caldoro manifesta aperture al Movimento 5 Stelle, che in questi giorni ha proposto una mozione di sfiducia al presidente De Luca e un\a seduta monotematica del Consiglio sul caso rifiuti, dichiarandosi indisponibile a sottoscrivere la mozione di sfiducia ma disponibile a una discussione in aula. Ma ecco che avviene il cambio di casacca, con l’ex presidente di questa Regione che torna a indossare la giacca che più lo rappresenta. Quella, ovvero, di chi subisce le influenze del suo gruppo politico, capeggiato in aula dall’indagato per voto di scambio Armando Cesaro. E i buoni propositi vengono inspiegabilmente meno”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino.
“Non si spiega – prosegue Ciarambino – per quale ragione la stessa persona che propone un dibattito in aula sul caso rifiuti, non inviti nel contempo i suoi colleghi di opposizione a firmare la proposta del M5S di un Consiglio monotematico. Una seduta nella quale De Luca sarebbe costretto, spalle al muro, a chiarire una volta per tutte con quali criteri siano stati nominati certi personaggi così inclini alle offerte di un ex boss della camorra, a giustificare la nomina alla presidenza di Sma di Biagio Iacolare, l’uomo che del patto di Marano che gli ha consentito di vincere le elezioni togliendo voti proprio a Caldoro. E a quale titolo il figlio Roberto si metta a trattare un bando per le ecoballe per conto della Regione. Caldoro decida. O sta con questa gente e con questo sistema, ma chiarisca in tal caso che la sua è una finta opposizione. O convinca i suoi ad aderire alle nostre proposte e cominci egli stesso a firmarle”.