Il grande merito va ai veri protagonisti che con autentica passione svolgono il carnevale. E’ grazie a loro che il carnevale, una grande tradizione tra le più sentite ed amate dagli irpini, si tramanda di generazione in generazione. I Carnevali Irpini rimangono tra i più belli e autentici d’Italia e d’Europa. Da più di un decennio l’Unpli, cura il Cartellone dei Carnevali Irpini al fine di creare la rete e rappresentarli unitariamente.
La tradizionale sfilata ad Avellino, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Avellino, è essa stessa la rappresentazione unitaria del patrimonio culturale irpino, ha visto la straordinaria partecipazione popolare lungo il Corso e seguita in diretta da due televisioni locali.
Il carnevale è un fenomeno sociale, coinvolge migliaia di persone nelle prove, nella preparazione delle manifestazione e della celebrazione del “rito” che si svolge all’aperto occupando piazze, strade, vicoli. Molte le pro loco, i gruppi, i comitati impegnati e patrocinati generalmente dalle Amministrazioni Comunali. In alcuni paesi sono le stesse Amministrazioni locali a prendersi cura dell’organizzazione.
Centinaia e centinaia di migliaia di persone hanno partecipato gioiosamente alla festa nella città capoluogo e nei borghi irpini, molti dei quali sono venuti da fuori provincia e regione nonostante quest’anno il carnevale cadesse “vascio” e il tempo atmosferico non sempre fosse stato favorevole.
Il maestro Roberto De Simone è intervenuto di recente sul carnevale sulla stampa nazionale con il racconto dei carnevali irpini. Cento i Carnevali Irpini per significare che il carnevale si svolge in tutte le aree della provincia e che ne sono molti ed ognuno è diverso dall’altro.
Le Zeze dell’hinterland avellinese, la Montemaranese, i Carri allegorici, il ballo ntreccio, la mascarata, il laccio d’amore, la ndrezzata, i mesi, gli squacqualacchiun, il carnevale morto, la quadriglia, la maschera di pulcinella e la vecchia, i colori, i balli, le maschere tipiche sono diffuse su tutte le aree della provincia. L’Irpinia mantiene viva la tradizione. Basti pensare che le Zeze, d’origine partenopea, sono scomparse a Napoli mentre in Irpinia sono fortemente presenti. E sono insistenti gli inviti di associazioni partenopee alle nostre Zeze e ai nostri gruppi di esibirsi nel centro storico di Napoli.
E’ un fenomeno prettamente culturale perché richiama prevalentemente le radici della comunità irpina di carattere agricola che resiste alla triturazione e omogeneizzazione della globalizzazione. Nel carnevale, al ritmo della musica e dei balli, rimangono i segni della processione che si svolge per invocare la benevolenza del futuro verso una entità superiore, della prosperità, della speranza, del cambiamento dall’inverno alla primavera, del contrasto tra povertà e abbondanza, della rivincita dell’ultimo verso il primo, dello scongiurare il malocchio e non per ultimo dell’arte popolare.
Al fenomeno culturale segue quello economico perché mette in movimento migliaia di persone e fa muovere l’economia e ciò è molto importante perché porta lavoro e tutto deve rientrare nel turismo responsabile. Il fenomeno economico, a nostro avviso, deve tener conto del rito e non snaturarlo ed evitare il rischio che i nostri carnevali possano trasformarsi in carnevali commerciali simili a tanti altri presenti in Italia e in tal modo perderebbero forza, autenticità, energia e capacità di attrarre. Il turismo culturale sta crescendo e l’Irpinia è terra di grandi tradizioni che, insieme alle altre risorse turistiche, può mettersi in gioco con successo. Rimane da affrontare il problema della scarsa ricettività rispettando le dimensioni dei nostri paesi.
I carnevali irpini sono oggetto di studio da parte delle Università, antropologi, studenti universitari che in numero crescente scelgono di svolgere la tesi di laurea su questo tema.
Essi rappresentano valori culturali molto forti e rappresentano la Comunità che si attiva produce cultura, trasmette la tradizione e la passione ed impegna le nuove generazioni. All’interno della comunità o tra comunità spesso è presente la competizione del far meglio che deve rimanere nel limite fisiologico.
Un grazie a tutti quelli che hanno partecipato e sostenuto la tradizione ed in particolare ai veri protagonisti che sfilano.
Un grazie alla stampa e alle televisioni locali che ci hanno seguito costantemente, ai giornali on line ed anche alla stampa nazionale e alla Rai Tre Regionale della Campania che ci hanno dedicato un apprezzato spazio.
Infine, ma non per ultimo, il pensiero di ognuno di noi va a chi è lassù che ci guarda e ci incoraggia ad andare avanti.
Giuseppe Silvestri Presidente Unpli Avellino