E’ particolarmente stringente l’ iter del riequilibrio dei conti economici comunali per la compagine a cui i cittadini affideranno il 10 giugno il governo cittadino per il quinquennio 2018\2023. Gli obblighi imposti dal Piano, accolto dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania, contemplano l’accantonamento di oltre 300 mila euro all’anno, per rimettere ordine nella situazione dello squilibrio di 3 milioni e 400 mila euro. La durata del Piano è decennale, ma potrebbe essere abbreviata con interventi di vendite mirate relative ai beni di proprietà comunale. Una scelta di rigore che l’amministrazione uscente ha deliberato alla luce degli indirizzi prescrittivi della magistratura contabile e che costituirà un positivo fattore di trasparenza per i neo-amministratori e per i cittadini nei prossimi anni.
di Gianni Amodeo
Che siano tre o quattro le liste dei candidati che saranno ufficialmente presentate ed ammesse ufficialmente alla competizione elettorale del 10 giugno, per acquisire dai cittadini il mandato del governo comunale, a Cicciano, è di relativa importanza rispetto ai programmi che saranno proposti. E’ certo, invece, che il percorso gestionale da seguire non solo è già tracciato e pre-definito in larga misura, ma non concede neanche squarci minimi al “libro dei sogni e delle promesse” d’occasione, come di solito accade alla vigilia del voto. E’ il percorso delineato dal Piano di risanamento economico dell’Ente di corso Garibaldi, secondo le prescrizioni vincolanti della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania; prescrizioni con evidenti garanzie anti–dissesto che hanno la connotazione del “pilota automatico”, il cui innesco operativo non ammette alcuna deviazione rispetto alla direzione di marcia che conduce alla ricomposizione degli equilibri economici, per restituire al meglio la necessaria funzionalità all’intera “macchina” dell’Ente, sia nella componente di indirizzo politico generale, sia sul versante dell’efficienza burocratica.
E’ il Piano, messo a punto dall’amministrazione uscente, guidata dal sindaco Raffaele Arvonio, per fronteggiare e risanare gli squilibri dei conti per il valore di tre milioni e 400 mila euro. Una scelta obbligata che è maturata a fronte degli incalzanti e perentori interventi della magistratura contabile, con i quali in vari e ripetuti atti documentali sono state focalizzate le criticità non solo di ordine economico, ma anche le inadeguatezze di carattere organizzativo degli Uffici dei Settori amministrativi dell’Ente. Un’operazione di trasparenza dovuta e sollecitata dalla Corte dei Conti, che comporterà l’accantonamento annuo di oltre 300 mila euro, per raggiungere la soglia dell’equilibrio di risanamento nell’arco di dieci anni. Una durata, che, tuttavia, potrebbe essere ridotta, qualora la neo–amministrazione deliberasse la vendita di alcuni beni del patrimonio comunale non più utilizzati per scopi d’utilità sociale, come il dismesso-mattatoio o alcuni terreni che rientrano nell’ambito del territorio comunale di Nola.
Lo squilibrio, a cui porre rimedio, non è nato di recente, ma ha avuto una gestazione lunga nel tempo, con un mix di cause e concause, che sono state analizzate nel Forum, coordinato da Giovanni Alfano– memoria storica delle vicende municipali della città, oltre che amministratore pubblico- e svoltosi al Centro delle culture nello scorso febbraio per la presentazione del piano di risanamento con gli interventi del sindaco Raffaele Arvonio e della dirigente del Settore, la dottoressa Luisa Ardolino. Nel Forum, che merita di essere ri-visitato, emerse con chiarezza il peso esercitato dai contenziosi sulla formazione dello squilibrio, tenendo presente il discrimine del 2015. E’ l’anno della linea del discrimine tracciata con il Piano di risanamento, al di là della quale, però, è stato possibile e permesso -per un ampio arco di tempo- di mantenere fuori dallo schema di bilancio i debiti contratti dall’Ente, ma non ancora definiti in sede di contenzioso, salvo poi riconoscerli come debiti fuori-bilancio, una volta intervenute le sentenze giudiziarie definitive, con la conseguente esigibilità in funzione dei decreti di esecutività immediata. Un escamotage bizzarro e insidioso, che appartiene alla generalità gestionale di tutti gli Enti locali soprattutto nelle realtà del Sud, con i conti fatti pagare dai cittadini e dalla fiscalità locale.
Nel capitolo che nel 1998 fu incaricata dall’amministrazione comunale per la riscossione dell’Ici e dell’allora Tarsu dal 1993 al 1998. Un’operazione che si è trascinata con conseguenze pesanti per venti anni. E poi c’è il caso con storia davvero speciale della Gestor, la società incaricata di riscuotere i tributi per i consumi idrici, ma che risulta non aver versato alle casse comunali centinaia di migliaia di euro per le annualità del 2007 e del 2008. Sono episodi che parlano da soli e s’integrano con lo sconcertante ed alto indice di evasione rispetto al pagamento dei tributi comunali, che si è venuto elevando nel corso degli anni, fino a toccare la soglia del 40%. Una soglia penalizzante per i contribuenti onesti e “premiante”, si fa per dire, per i furbi di turno. Uno scenario, in cui sono state ignorate le pur chiare disposizioni dello Statuto comunale e dei regolamenti specifici risalenti al 1992; disposizioni, che andavano semplicemente fatte osservare, ma rispetto alle quali la burocrazia comunale si è spesso distratta. E , verosimilmente, i revisori dei conti non stati adeguati all’esercizio della deontologia professionale della terzietà che spetta loro, adattandosi alla situazione in atto.
Tanti, come si noterà, i fattori convergenti e in combinazione tra loro, nel determinare l’ urgenza e la necessità del Piano di risanamento adottato e scritto con i caratteri dell’oggettiva trasparenza, per cambiare alla radice una situazione insostenibile. E’ il Piano di risanamento che fa piattaforma di garanzia in auto-tutela per la neo-amministrazione, ponendo le condizioni, per ristabilire sia la correttezza della normale gestione , sia il rapporto di trasparenza tra i cittadini e l’Ente di corso Garibaldi.