Innanzitutto sento il dovere di un ringraziamento, agli elettori, alla città, agli avellinesi. Aver ricevuto quasi quattordicimila voti è per me un risultato più che lusinghiero, la conferma di un messaggio che è evidentemente arrivato, quello di una persona che ha deciso di mettersi al servizio della propria città e della propria comunità. Nelle quattro settimane di campagna elettorale ho provato a concentrarmi esclusivamente sulle cose da fare, sulla visione di città che ho in mente, sull’ascolto. E ci sono riuscito, nonostante quella del primo turno sia stata una campagna elettorale davvero senza esclusioni di colpi. Ma ormai è già alle spalle e io amo guardare avanti.
C’è il dato politico, quello di un centrosinistra coeso che superare il 50% e doppia il dato del candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, forza politica che vede dimezzare il proprio consenso in città rispetto a quanto ottenuto alle Politiche del 4 marzo scorso. La coalizione di centrosinistra ad Avellino oggi esiste nella misura in cui ha individuato in me una figura di garanzia di sintesi, che riesce a bloccare l’avanzata del M5S e a rendere praticamente inesistente la presenza del centrodestra.
Adesso parte la sfida del ballottaggio con la contrapposizione che non è solo tra me e Ciampi. È una contrapposizione netta tra due visioni di città, due modi distinti ed antitetici di vivere la partecipazione politica. Da un lato c’è l’amore per la città, dall’altro lato l’avversione e l’ostilità. Da un lato l’appartenenza ed il radicamento, dall’altro lato il nuovismo al grido di “Carthago delenda est”. Perché di questo si tratta.
L’appello, perciò, sarà ad un voto razionale e responsabile. Non altro. Certo, non va taciuto un aspetto che è tecnico ma anche politico: quello dell’ingovernabilità che si avrebbe con la vittoria del M5S. Aver superato il 50% dei consensi da parte delle liste che mi sostengono delinea una maggioranza di centrosinistra che il primo turno ha cristallizzato. Il malaugurato successo del M5S porterebbe all’elezione di un sindaco di minoranza, costretto a cercarsi una maggioranza provvedimento per provvedimento dentro un quadro politico fragile e caotico, destinato all’implosione.
In queste due settimane che ci porteranno al secondo turno parlerò alla città. Mi rivolgerò ai cittadini di Avellino perché ho sempre fatto così. Perché è a loro che debbo spiegare ciò che intendo fare attraverso la mia autonomia e la mia autorevolezza. Parlerò con tutti, senza preclusioni. È il modo migliore per dare la possibilità agli elettori di assumere una posizione consapevole. Quella che ho in mente è una sfida alta con la città, al di là degli slogan vuoti, delle mode passeggere dei contratti. È il senso più profondo della scelta, ponderata e consapevole, di essermi voluto impegnare in prima persona nell’interesse della città. Perché è soprattutto una sfida con me stesso.