La scrivente (Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria) organizzazione sindacale, con la presente dichiara lo stato di agitazione, riservandosi ulteriori azioni di rivendicazione in ambito locale, provinciale e regionale, per protestare contro lo stato di abbandono in cui versano i Poliziotti Penitenziari di Ariano Irpino e non solo. Sempre più spesso nelle carceri della Campania e in particolare nella Casa Circondariale di Ariano Irpino, oltre all’episodio verificatosi il giorno 13 giugno us, riguardante la rivolta e il sequestro del personale di Polizia Penitenziaria colà di servizio, continuano gravissimi e
preoccupanti eventi critici che vedono spesso soccombere i Poliziotti Penitenziari privi di adeguati strumenti di difesa per contrastare il
fenomeno di aggressioni e colluttazioni da cui deve difendersi quotidianamente che, molte volte vengono dipinti dagli organi di stampa come dei carnefici ancor prima che vengano accertate le responsabiltà,
Riteniamo come sindacato maggiormente rappresentativo del Corpo, sia giunto il momento di indignarsi con forza e determinazione per quanto è accaduto nel penitenziario Arianese e sta accadendo quotidianamente negli restanti istituti della Regione, per mostrare alla Politica e ai vertici dell’Amministrazione ad ogni livello, sorda ai nostri richiami e appelli rappresentati nel tempo sia dalla segreteria provinciale, regionale e nazionale, un’Amministrazione incapace di risolvere e contrastare le continue criticità, le pessime condizioni lavorative e organizzative dotate di organici sottodimensionati rispetto alle reali necessità tese a salvaguardare la sicurezza interna ed esterna garantendo un servizio allo Stato.
La nuova ripartizione delle dotazione organiche DM. Del 02 ottobre 2017, ha fortemente penalizzato il sistema penitenziario nella regione e in particolare negli istituti penitenziari di secondo livello, unica realtà in cui operano i nuclei operativi traduzioni e piantonamenti di competenza provinciale e/o interprovinciali decretati come reparti di Polizia e quindi non dipendenti dalle direzioni penitenziarie,
che assorbono corpose unità di Polizia Penitenziaria che non sono state ancora scorporate, ma ricondotte in seno alle dotazione organiche degli istituti penitenziari che di fatto non possono servire andando a incidere ulteriormente sulla già grave carenza di personale.
Inoltre le nuove modalità sull’esecuzione della pena il cosi detto regime detentivo aperto ancora distante essere definito sorveglianza dinamica sta mostrando ogni giorno le sue lacune perchè attuato in modo errato senza investimenti adeguati tecnologici e strutturali, la riprova è degli eventi critici e aggressioni al personale e/o colluttazione sono in forte aumento.
La scrivente O.S. non solo è perplessa ed amareggiata dalle risposte ricevute e di come si sta affrontando la preoccupante situazione da tempo denunciata di Ariano e di altre realtà penitenziarie della Campania, CR. Aversa, CC Santa Maria C.V. CC Poggioreale, CC Salerno, ma è seriamente preoccupata perchè a breve ci si troverà nell’impossibilità di gestire adeguatamente le carceri, con grave pericolo per la sicurezza e della collettività, tenuto conto del periodo estivo alle porte. La cronaca quotidiana ci racconta di aggressioni, rivolte, oltraggi, sequestri che si verificano con frequenza allarmante in un sistema ormai al collasso, gli organici sempre piu’ ridotti costringono i nostri colleghi a ricoprire con sistemicità più posti di servizio con carichi di lavoro non più tollerabili. Per questi motivi e altri ancora, il giorno 20 giugno pv, ore 10:30 eseguiremo visita nei luoghi di lavoro e manifesteremo pacificamente come fatto a Napoli giorno 12 giugno us, dinnanzi al penitenziario Arianese, per mostrare la nostra vicinanza ai colleghi e a tutte le persone coinvolte nella triste vicenda del 13 giugno 2018, ed esternare tutto il nostro dissenso forzando l’immobilismo da parte dei vertici centrali, regionali e locali che ristagna ormai da troppo tempo nel territorio della provincia di Avellino inpantanato in una palude di indifferenza non più tollerabile.
Nell’occasione saranno rilasciate dichiarazioni agli organi di stampa finalizzate a informare i cittadini sullo stato in cui versa la Polizia Penitenziaria e a richiedere agli stessi di sostenerci in questa nostra protesta in quanto una società è degna di essere denominata civile solo se anche le sue carceri sono in grado di garantire dignità di vita a chi è recluso e condizioni di lavoro accettabili per la Polizia Penitenziaria oggi compromesse.