di Gianni Amodeo
Si dissolvono, com’è giusto ed opportuno che sia, gli umori e i malumori, che hanno segnato la campagna elettorale, in cui si sono fronteggiate due coalizioni civiche, Nuova Alleanza Popolare, espressione della maggioranza uscente,e Terra nostra, di nuova configurazione; la prima, a supporto della candidatura di sindaco per il professore Giovanni Colucci, la seconda di sostegno per il neo-eletto sindaco, il medico Alessandro Napolitano. Sono umori e malumori evaporati con celerità nella consapevolezza dei difficili impegni e delle notevoli responsabilità politico-amministrative da sostenere e di cui è chiamato a farsi interprete e carico il Consiglio comunale eletto il 10 giugno, per rispettare la volontà e la fiducia conferite dall’elettorato, se si vuol dare un deciso colpo d’ali al buon governo locale, quale merita la città.
Con la rimozione delle scorie della campagna elettorale, che non è stato condotta con eleganti colpi di fioretto né con generosi scambi floreali, seguendo le piste di brucianti polemiche personalistiche nei comizi di piazza e quartiere, oltre che sui social, si salda la coscienza del buon senso comune e delle ragioni, con cui vanno superati gli steccati che si sono venuti montando nel volgere di alcuni mesi da un versante all’altro. E’ il percorso obbligato che richiede la definizione di compiuti e ordinati tasselli, con cui comporre un credibile e praticabile scenario di azione amministrativa coerente, congrua ed incisiva, per promuovere la crescita della comunità sotto tutti i profili, da quello economico e produttivo a quello socio-culturale.
In realtà,la prospettiva concentrata sul presente e -più ancora- sul futuro della realtà cittadina è emersa chiara nei contenuti e nel tenore dell’intervento sviluppato dal neo-sindaco Alessandro Napolitano nella seduta inaugurale del nuovo ciclo amministrativo nell’Aula consiliare del palazzo comunale; intervento calibrato sulle ragioni della saper attuare un progetto di realistico buon governo locale, facendo vivere lo spirito e la pratica della coesione nell’assemblea comunale, al di là delle distinzioni di ruolo tra maggioranza e minoranza, avendo come stella polare l’interesse generale. Una linea di indirizzo articolata con chiarezza di linguaggio e convinzione, dal neo-sindaco sulla cui lunghezza d’onda di sentire e pensare si è sintonizzato con puntuali e efficaci riflessioni il capo-gruppo della minoranza, Giovanni Colucci, già sindaco per due mandati consecutivi ed attualmente commissario di governo regionale per l’Ato dei servizi idrici integrati, a cui afferisce il Distretto Irpinia – Sannio. Una convergenza per il buon governo del territorio, delle sue vocazioni e potenzialità, fermo restando l’esercizio dell’azione di controllo verso le scelte e decisioni amministrative, che strutturalmente spetta alla minoranza prospettare ed orientare. E quanto maggiore e migliore è la complementarietà di funzione tra maggioranza e minoranza, tanto maggiore e migliore è la ricaduta in positivo per la comunità che sia partecipe ed attiva nel concorrere alla formazione e tutela del bene comune.
L’itinerario tracciato da Napolitano, per porre in primo piano la capacità di incidere subito nel presente, e l’apertura per lunghe visioni verso il futuro possibile sono fattori che fanno risaltare uno stimolante e significativo avvio per il nuovo ciclo consiliare nell’amministrazione dell’ Ente di piazza Umberto I ; un avvio che si coniuga nell’immediato con quella normalità dell’azione amministrativa, che rientra nelle priorità fissate dal neo-sindaco, con il supporto del personale “staff” tecnico formato da giovani professionisti coinvolti nel segno del personale spirito di volontariato civico per il rilancio delle risorse e delle potenzialità che esprime la realtà cittadina.
“E’ la normalità l’opzione basilare dell’amministrazione- tiene ad evidenziare Napolitano– che si affida alla gestione ordinata dei servizi essenziali sul piano dell’efficienza e funzionalità, per garantire il buon livello della qualità di vita della comunità; è la normalità, che fa da presupposto per puntare con la necessaria premura e sollecitudine sul il ripristino dei cantieri di opere pubbliche restate bloccate, sull’edilizia scolastica e sulla sua riqualificazione, sul miglioramento della viabilità e, in particolare, sulla soluzione delle criticità generate dai disservizi del Consorzio dell’Alto Calore con forti e pesanti limitazioni nel garantire il regolare approvvigionamento idrico nei mesi estivi; criticità, che sono una costante degli ultimi anni con gravi disagi per le famiglie e cittadini, e per le quali si profila una soluzione nell’ambito delle decisioni adottate dalla Regione–Campania”. Di fatto, per il sindaco Alessandro Napolitano il percorso che si appresta a compiere l’amministrazione eletta il 10 giugno non può essere scisso dalla storia di economia reale e produttiva che ha connotato Mugnano del Cardinale nei comparti del conserviero agro-alimentare e delle carni insaccate; una storia relativamente ridimensionata negli ultimi decenni, ma che ha una sua specifica rilevanza. “In questa direzione- chiarisce- le strutture dell’area del Piano degli insediamenti produttivi sulla direttrice dell’A-16, hanno un ruolo fondamentale, per favorire e promuovere le attività d’impresa che danno lavoro. La valorizzazione del Pip, incrementando e favorendo l’insediamento delle piccole e medie imprese è coerente con il ruolo di Mugnano del Cardinale nelle dinamiche sociali del territorio. E’ un obiettivo, su cui l’amministrazione si concentrerà con la dovuta cura e attenzione”.
Il profilo degli intenti configurato dal neo-sindaco appare ben promettente e sarà la realtà a darne i riscontri attesi. Ed è certamente una promessa che si lega strettamente al dato del tutto nuovo che assegna il primato della rappresentanza nell’assemblea del Palazzo comunale alle donne: sette su tredici componenti. Un primato nella realtà delle amministrazioni dei piccoli Comuni del Bel Paese. E dire che soltanto- e per la prima volta- nella tornata del 2013 erano state elette tre donne. Uno scatto in avanti prevedibile, ma non del tutto scontato, per l’obbligo della doppia preferenza di genere prevista dalla legge elettorale; scatto in avanti, che, però, non fa sorpresa, se si “legge” come dovuto e doveroso riconoscimento sociale reso – sicuramente in ritardo– al ruolo della cospicua e consistente forza–lavoro espressa fino ad alcuni decenni fa dalle donne, impegnate nella dura fatica stagionale negli opifici e stabilimenti dei comparti delle imprese conserviere locali, spesso in condizioni di grave disagio ambientale e carenze di vario genere. Un passato lontano, ma che non va ignorato né dimenticato.