Tablet, smartphone e computer: fissiamo questi dispositivi molte ore al giorno. Il costante e breve fissare lo schermo e la tensione dei muscoli interni dell’occhio peggiora la circolazione sanguigna e rallenta il cambiamento della visione vicina e lontana. Ora gli esperti dell’associazione tedesca Verein Kuratorium gutes Sehen (KGS) confermano: la visione digitale è un enorme onere per il nostro corpo. Utilizzarlo a letto, per esempio, può influire negativamente sulla qualità del sonno, ma non solo. La luce blu dei dispositivi elettronici è stata legata a gravi problemi di salute fisica e mentale. La luce blu fa parte dello spettro luminoso a cui siamo esposti ogni giorno. Tuttavia, l’esposizione notturna a questo tipo di illuminazione può danneggiare la vista causando la cecità temporanea da smartphone. Questa condizione è una forma speciale di cecità temporanea. È caratterizzata da una perdita della vista a breve termine e inoffensiva in un solo occhio. Tipicamente, questo fenomeno si verifica a letto la sera quando viene utilizzato un solo occhio durante la lettura sullo schermo mentre l’altro è coperto dal cuscino. Questo fenomeno non è basato sulla malattia organica ma sul normale adattamento dell’occhio alle mutevoli condizioni di luce. La cecità temporanea richiede solo un periodo di tempo limitato e può avere cause diverse. Cecità da un fulmine luminoso e improvviso, specialmente di notte, quando le pupille sono dilatate e molta luce colpisce la retina. Sulla retina dell’occhio sono le cosiddette aste e coni, che sono responsabili del vedere in diverse condizioni di luce. I picchi sono utilizzati per la visione a colori alla luce del giorno e le bacchette sono responsabili della visione crepuscolare (visione da oscurità). Nella transizione dal buio alla luce, vi è un passaggio dall’avvistamento da bastone a perno. La pigmentazione visiva rodopsina contenuta nelle aste, detta anche viola visiva a causa del suo colore, decade quando la luce cade e trasmette il segnale “luce” al cervello. Questo processo di adattamento alla luce intensa richiede solo pochi secondi a minuti. L’adattamento degli occhi all’oscurità richiede molto più tempo. Per essere in grado di percepire qualsiasi luce presente nell’oscurità, la prima rodopsina scomposta deve essere riassemblata. Questo processo (rigenerazione della rodopsina) dura fino a 20 minuti. La cecità temporanea dello smartphone è un fenomeno che viene sempre più osservato con l’avvento dell’uso intensivo di smartphone. Si verifica solo quando, al buio, la persona in questione sta leggendo con un occhio solo sullo schermo mentre l’altro occhio è coperto dal cuscino. Dopo aver utilizzato lo smartphone, l’occhio attualmente visibile viene percepito come “cieco” per un massimo di 15 minuti. La persona colpita ha l’impressione di una perdita della vista, che è completamente reversibile. Anche con ripetute occorrenze del fenomeno non si prevedono conseguenze a lungo termine. Può essere evitato solo indirizzando entrambi gli occhi sullo schermo. In posizione sdraiata, quando un occhio è coperto dal cuscino, vi è una diversa regolazione di entrambi gli occhi rispetto alle condizioni di illuminazione prevalenti. L’occhio rivolto verso il cuscino è adattato al buio, mentre l’occhio “leggente” è adattato alla luminosità dello schermo. Se lo smartphone è spento, quello precedentemente adattato alla luce si comporta come se fosse chiuso. Ci vuole un po ‘di tempo perché la rodopsina riesca a rigenerarsi per attirare l’attenzione dell’oscurità. Le persone interessate sperimentano questo processo di adattamento come una perdita temporanea della vista. Gli oculisti raccomandano un uso moderato di smartphone e pc. Anche un uso eccessivo di telefoni e altri dispositivi, come computer, tablet e TV a schermo piatto, può portare a danni visivi a lungo termine e addirittura irreparabili. L’esposizione diretta può causare danni alla retina. L’American Macular Degeneration Foundation avverte che i danni retinici causati dalla luce blu possono portare alla degenerazione maculare, che provoca la perdita della visione centrale, ossia la capacità di vedere ciò che ci sta di fronte. Potrebbe anche esistere un legame tra cataratta e luce blu, anche se gli studiosi stanno ancora indagando su questo dato.