Sono in aumento i furti dei numeri delle carte di credito, delle ricaricabili, delle carte di pagamento. Si tratta dei 16 numeri stampati sulle carte, i quattro che compongono il mese e l’anno di scadenza e i tre numeri riportati dietro cioè il codice di sicurezza CVV (tre numeretti non sempre necessari per le transazioni Internet).
Ebbene: entrare in possesso di questi dati, vuol dire avere a disposizione i soldi della vostra carta ricaricabile da spendere su Internet. Certo chi ha rubato questi dati non li utilizzerà per fare un acquisto in Amazon, perché verrebbe scoperto subito, ma li può utilizzare per una scommessa ‘a perdere’ su un sito straniero, presentarsi alla cassa, incassare e poi sparire.
Ciò è quanto accaduto ad un cittadino di Varese che ha regolarmente sporto denuncia, dopo essersi accorto che sulla sua PostePay erano rimasti pochi spiccioli. Dalle indagini della Polizia Postale è emersa una giocata su un sito olandese di scommesse, per un evento sportivo dall’esito scontato. Cioè l’autore del furto aveva scommesso 500 euro per incassarne 250 euro.
Poste Italiane ha rimborsato il mal tolto al cittadino di Varese, ma resta il fatto che il sistema è ancora vulnerabile. Episodi del genere accadevano già 10 anni fa.
Per tutelarsi una cosa che subito ognuno di noi può fare con le proprie carte, è quello di coprire con del nastro isolante i numeri della carta (come in foto) per evitare che malintenzionati possano rubarne i dati. Il furto infatti potrebbe accadere in qualsiasi momento: facendo un normalissimo pagamento contactless, dove nei pressi del POS qualcuno potrebbe aver nascosto una piccola microcamera. Occultando i dati ci metteremo al riparo da queste evenienze.
Per i pagamenti su Internet possiamo stare sicuri, almeno sui siti delle aziende conosciute, oppure per gli acquisti su siti che usano sistemi di sicurezza come il MasterCard SecureCode o il 3 D secure delle Poste.
Ricordiamo però che ogni volta che digitiamo i dati della nostra carta su una tastiera, ci stiamo fidando di chi dall’altra parte li acquisirà e se ci sono malintenzionati questi dati possono essere usati in maniera fraudolenta.
Sistemi sicuri ci sono, ma sono onerosi, come le carte di credito virtuali usa e getta commercializzate da alcune banche.
Tutto sommato, vale la regola del buon senso, non usiamo la carta dove abbiamo accreditato lo stipendio o la pensione, usiamo una carta dedicata mettendo alla bisogna poche centinaia di euro per volta. Certo la cosa ha un costo, perché ad ogni ricarica, la banca o le poste prendono una commissione, ma probabilmente anche questa cosa fa parte del gioco delle parti del business della governance delle banche.