Sembra svanita nel nulla e il prefetto di Brescia ha deciso che le ricerche proseguiranno fino a martedì alle 12, poi si vedrà il da farsi. «Ed è l’aspetto che più ci preoccupa e inquieta», ammette il prefetto di Brescia Annunziato Vardè al termine dell’ennesimo vertice sulle ricerche di Iuschra, la 12enne autistica dispersa nei boschi di Serle, nel Bresciano, da giovedì all’ora di pranzo. Sono passati quattro giorni e tre notti e della giovanissima non c’è traccia. Anche per tutta la giornata di oggi, soccorritori e speleologi hanno perlustrato l’area di circa 130 ettari dove i molecari, lungo un sentiero che da Serle porta nel comune di Nave, avevano fiutato il passaggio della ragazzina straniera. Non è bastato a risolvere una vicenda che con il passare delle ore sta assumendo contorni sempre più drammatici.
«Continuiamo a cercare una persona viva» ripetono i Vigili del Fuoco, mentre il padre della 12enne, sfinito dalla stanchezza, provato da giorni in cui ha voluto rimanere costantemente sul luogo delle ricerche e terrorizzato dall’idea che Iuschra possa non avercela fatta, spera nel miracolo. «Anche se i giorni cominciano ad essere tanti. Lei è forte, però il tempo passa». Venerdì la Prefettura aveva fissato a 72 ore dopo la scomparsa il termine per valutare come proseguire il lavoro sul campo. Ieri dopo un lungo vertice con Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, Protezione civile e carabinieri le lancette dell’orologio in questa disperata corsa contro il tempo sono state spostate in avanti. «Per altre 24 ore le ricerche andranno avanti. Al termine di questa scadenza ci ritroveremo e faremo una nuova valutazione» ha annunciato il prefetto bresciano.
Non cambierà il numero degli uomini, arrivati a sfiorare le 300 unità, coordinati dall’unità di crisi dalle 13 di giovedì. «I nostri timori derivano dalla conformazione morfologica del territorio in questione, che è molto carsico, e la paura è che la ragazzina possa essere caduta in uno dei tanti anfratti del territorio di Serle» ha spiegato Vardè. In quattro giorni e tre notti la 12enne è stata avvistata solo da un uomo pochi minuti dopo che si era allontanata dal gruppo di operatori della Fobap, Fondazione bresciana assistenza psicodisabili, in gita con altri minori disabili.
«L’ho vista mentre ero con il mio cane. Si è avvicinata all’animale e poi è scappata di corsa. Sentivo le voci di persone che la chiamavano, ma non pensavo ad una situazione simile»: è il racconto del testimone, Mario Franzoni residente a Serle. «La bambina non mi sembrava spaventata anche se non mi parlava. Dopo duecento metri ho incontrato il primo ragazzo che stava cercando la ragazzina», ha spiegato l’ultima persona ad aver incontrato la ragazzina e che tutti i giorni torna nella zona delle ricerche con la speranza di poter rivedere Iuschra. «A parte il primo avvistamento non ci sono altri segnali concreti e abbiamo in campo 285 operatori» ha confermato il prefetto bresciano.
«Questo dato ci fa preoccupare perché mette in dubbio che la ragazzina sia ancora in superficie». In un territorio di 750 ettari complessivi come l’Altopiano di Cariadeghe con 70 buchi censiti e decine di altre grotte non segnalate, cresce la convinzione che Iuschra possa essere caduta in una di queste gole profonde anche 40 metri. «In vent’anni di Protezione civile – la testimonianza di un volontario – non avevo mai operato in un’area tanto insidiosa».