Un centro di riabilitazione per bambini autistici è finito nel mirino delle autorità a Napoli. Al suo interno, nel prestigioso quartiere di Posillipo, si sarebbero verificati casi di molestie sessuali. Uno specialista di 54 anni avrebbe abusato di due bambine, mentre con una terza piccola si sarebbe limitato a scattare delle foto hot.
Per l’uomo, da dieci anni dipendente nella clinica, è scattato un ordine di arresto ai domiciliari dopo una notte in cella, ma lui replica a tutte le accuse. Il gip non ha trovato la sua versione dei fatti convincente.
Le accuse sono di violenza sessuale, abusi su minori con difficoltà comportamentali e possesso di materiale pedopornografico.
L’inchiesta sarebbe partita in seguito alla segnalazione di una madre e si sarebbe concretizzata dopo aver visionato le immagini catturate dalle telecamere nascoste nella sala in cui il terapista interagiva con le piccole pazienti. Le immagini hanno portato a un blitz e all’arresto in flagranza.
La donna ha denunciato tutto dopo le lamentele della figlia. Una frase con un dettaglio molto circoscritto l’avrebbe portata a sospettare dello specialista. Due ragazzine, under 14, avrebbero subìto palpeggiamenti in zone intime del proprio corpo, mentre in un terzo caso la storia sarebbe stata differente. Nei confronti di quest’ultima, il terapista avrebbe esercitato un altro tipo di violenza, relativo alla produzione di immagini pedopornografiche.
Il terapeuta ha replicato alle accuse spiegando che il suo era solo solletico: «Nel corso degli anni sono riuscito ad instaurare un rapporto di reciprocità con quelle bambine, che inizialmente erano chiuse e del tutto prive di reazioni nei confronti del prossimo. Una delle tecniche usate era il solletico. Somministravo il solletico e lo ricevevo, ovviamente senza sfiorare le parti intime e senza alcuna morbosità: si tratta di una terapia adottata da anni, che dà inizio alle nostre sedute. Se ho sfiorato un parte erogena, l’ho fatto senza accorgermene, magari anche a causa dei ripetuti movimenti delle piccole». E sulle parti intime ha precisato: «Nel corso del trattamento, la piccola ha iniziato ad assumere un atteggiamento provocatorio; volevo cristallizzare con alcune foto questa sua condotta, per poi sottoporla a uno studio più approfondito».