Sarà digitalizzato il patrimonio del monastero di Santa Caterina, custodito in quella che è considerata la più antica biblioteca del mondo ancora in attività. Le pergamene e i preziosi manoscritti saranno resi disponibili in modalità open access grazie a un accordo tra il monastero, la biblioteca della University of California in Los Angeles (Ucla), the Early Manuscripts Electronic Library e Arcadia Fund, un gruppo fliantropico britannico che si occupa della conservazione del patrimonio culturale e che ha messo a disposizione 980mila dollari.
Costruito tra il 548 e il 565, il monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai è il più antico monastero cristiano ancora in attività ed è stato dichiarato nel 2002 Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Le sue ben conservate pareti bizantine proteggono la biblioteca attiva sin dal VII secolo. La sua collezione di antiche pergamene e manoscritti medioevali è seconda per importanza solo a quella del Vaticano.
Il processo di digitalizzazione prevede la creazione di 400mila immagini, inclusi testi scritti nell’antica lingua siriana e importanti documenti di letteratura araba cristiana dell’VIII secolo, quando le comunità cristiane furono influenzate dalla diffusione dell’Islam e molti scrivani traducevano le scritture e le liturgie cristiane in arabo.
«La biblioteca dell’Ucla non vede l’ora di rendere questi importanti manoscritti disponibili online a studenti, studiosi e tutto il pubblico in ogni parte del mondo», ha detto Ginny Steel, bibliotecario all’Ucla. Tra i testi più importanti c’è il Syriac Sinaitic, una traduzione del 4 secolo di quattro canti del Nuovo Testamento in siriaco e il Sa’id ibn Batriq, il più antico manoscritto di quella che è considerata la prima storia universale in arabo scritta da un autore cristiano, Eutichio Patriarca di Alessandria.
«Questo progetto aprirà nuove strada di ricerca – ha affermato Peter Baldwin, co-founder di Arcadia e professore di storia a Ucla – e migliorerà la comprensione della storia della regione».