“All’inizio c’è stata la presa d’atto della fallimentare autogestione del centro anziani, che ha generato una gestione privatistica, destinata fondamentalmente a fare attività ludiche-ricreative, con balli, canti e pranzi. Ho deciso, come prima azione, di commissariare e poi di affidare ad un’associazione la gestione, che alla scadenza del termine ha avanzato la richiesta di una proroga, ma in modo informale. Per ribadire il concetto che il centro è del pubblico e non del privato, ho inteso promuovere il bando ed ho preteso un nuovo commissariamento. Nel frattempo abbiamo approfittato della periodo commissariale, per rimuovere la chiusura di un vano già esistente, per ampliare il centro e consentire a quante più persone di poterlo frequentare, chiedendo all’Ambito l’autorizzazione all’ampliamento del numero dei soggetti fruitori della struttura. In questa vicenda quello che non va è la strumentalizzazione politica che ha fatto nascere, fin dalla sua apertura, la convinzione che la struttura sia il luogo esclusivo di una sola parte politica. Non è così! Il centro non è di chi lo gestisce ma è della città. Il centro è stato ampliato, tinteggiato ed è stato riaperto e restituito nella disponibilità di tutti coloro che hanno la volontà e la possibilità di frequentarlo. Esiste una giurisprudenza e sopra i regolamenti ci sono le leggi ed il potere del sindaco è quello di presenziare o delegare qualcuno in sua assenza. Quindi non c’è anarchia nella gestione del centro, ma una libera fruizione senza i condizionamenti di una politica che scorrettamente ha fomentato e sobillato l’anarchia. Una strumentalizzazione che spero tutti abbiano compreso”.