Giacomo Di Palo, 30 anni è un ricercatore di Mugnano del Cardinale (AV) emigrato all’estero per lavoro. All’età di 14 anni si è trasferito con la famiglia a Mugnano del Cardinale, il paese di nascita della mamma. Ha vissuto a Mugnano del Cardinale la sua gioventù frequentato il liceo scientifico Mancini di Avellino e il Conservatorio. Poi ha studiato “Biologia Molecolare” alla Federico II di Napoli, e dopo gli studi ha iniziato a lavorare prima a Napoli, poi all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano per 2 anni, poi alla Columbia University di New York per 6 mesi. Ora si è trasferito a Londra da 2 anni, ma il legame con Mugnano ovviamente c’è sempre.
A lui il premio Bassa Irpinia 2018 per la “Ricerca”, per aver di recente fatto parte del team di una importantissima scoperta. Infatti, da poco è stata pubblicata la sua ultima ricerca su una importante rivista scientifica, Nucleic Acid Research dal titolo Regioni del DNA ossidate dai radicali liberi ROS.
Una ricerca condotta all’Università degli Studi di Napoli Federico II ha tracciato la prima mappatura molecolare nel genoma umano delle regioni del DNA ossidate dai radicali liberi ROS (Reactive Oxygen Species). La ricerca è stata coordinata dalla professoressa Barbara Majello, del Dipartimento di Biologia, e dal professore Stefano Amente, del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Nucleic Acids Research, offrono per la prima volta una fotografia delle posizioni in cui il nostro genoma è soggetto a danni da ossidazione.
I ROS sono i principali induttori dell’invecchiamento cellulare e sono responsabili dell’insorgenza d’importanti danni cellulari alla base di numerose patologie, quali cancro, malattie neurodegenerative, infiammazione, disturbi cardio-circolatori.
Nel DNA una delle quattro basi (A;T;G;C) che compongono la doppia elica, la G (deossiguanosina), è particolarmente suscettibile all’azione dei ROS che, attraverso un processo di ossidazione, la modificano in una G-ossidata (8-oxodG) alterando la stabilità del DNA. E’ ben noto che la presenza della G-ossidata nel DNA induce a sua volta danni alla struttura del DNA, quali mutazioni e instabilità del genoma. In condizioni normali la cellula è in grado di riparare questo danno al DNA, tuttavia, quando la produzione di radicali liberi è eccessiva, i nostri sistemi di difesa non riescono più a far fronte all’eccesso di ROS liberi che generano danno cellulare in un fenomeno che chiamiamo stress ossidativo. Contrastare lo stress ossidativo con antiossidanti, è alla base ad esempio del rilancio delle moderne linee guida su una corretta alimentazione per la salvaguardia della nostra salute.
I risultati hanno dimostrato che l’ossidazione del DNA non è casuale, ma si accumula in regioni specifiche del genoma, in particolare in quelle, denominate siti fragili, soggette a rottura nelle cellule cancerose. La localizzazione nel genoma umano di tutte le G ossidate, descritta nell’articolo scientifico, aprirà la strada alla comprensione dei meccanismi alla base delle patologie umane legate alla sovrabbondanza di radicali liberi, quali l’invecchiamento, cancro e malattie neurodegenerative.
Lo studio coordinato dai professori Majello e Amente ha utilizzato sofisticati approcci interdisciplinari di genetica molecolare, biologia cellulare, bioinformatica e chimica, che ha visto la collaborazione con l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, il Dipartimento di Chimica federiciano e l’Università del Minnesota, USA.A partire da questa scoperta sarà possibile progettare delle terapie più precise che migliorino l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti affetti da tumore.
Spero che con il mio lavoro possa aver contribuito nel mio piccolo a onorare il nostro territorio e a sottolinearne ulteriormente le qualità umane, oltre a quelle paesaggistiche, culturali e storiche.
A partire da questa scoperta sarà possibile progettare delle terapie più precise che migliorino l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti affetti da tumore.
“Spero che con il mio lavoro possa aver contribuito nel mio piccolo a onorare il nostro territorio e a sottolinearne ulteriormente le qualità umane, oltre a quelle paesaggistiche, culturali e storiche”, ci ha dichiarato il dott. Giacomo Di Palo.