E’ stato avvocato e giurista di specchiato valore, Vincenzo La Rocca con forte passione civile e profonda sensibilità sociale, militando nel Partito comunista fin dalla fondazione dopo la scissione nel Partito socialista italiano nel 1921, a Livorno. Protagonista della vita politica nell’area nolana e in Campania negli anni del regime mussoliniano e negli anni del secondo dopo-guerra. Parlamentare per due legislature, ha fatto parte della Commissione dei 75 componenti dell’ Assemblea costituente che elaborarono e scrissero la Carta fondante dello Stato repubblicano strutturato dalle Istituzioni della democrazia parlamentare. L’opera e la figura di Vincenzo La Rocca sono state rivisitate nella video-intervista di Aldo Masullo e nell’intervento del senatore Francesco Urraro. Di particolare rilievo, il contrappunto del saggio musicale eseguito dall’ Ensemble di chitarre dei giovani del Liceo scientifico “Girolamo Albertini”.
di Gianni Amodeo
Aveva aderito al Partito comunista, fondato a Livorno con lo scissione dal Partito socialista nel 1921, Vincenzo La Rocca. Un’adesione che sul piano ideale e delle prospettive politiche coincideva con la concezione di Antonio Gramsci nella “lettura” della realtà italiana post-unitaria e del dopo-guerra mondiale del ‘14\18, conciliandosi con la forte passione civile e la spiccata sensibilità sociale per i valori dell’emancipazione civile ed economica dei meno abbienti. Una passione civile e sensibilità sociale, che La Rocca coniugava con il rigore non solo della deontologia professionale dell’avvocato di calibrata formazione specialistica, ma anche con lo spirito del fine giurista ancorato saldamente alla visione della cultura umanistica. In particolare, l’impegno politico professato da La Rocca nell’area nolana e soprattutto a Napoli si misurò- negli anni ’30 del secolo scorso- con la fase di maggiore incidenza esercitata dal regime mussoliniano sulla società. E ne pagò lo scotto, subendo gli arresti nel 1939, ma senza concedere nulla al potere e al conformismo generale.
Protagonista dell’attività anti-fascista ed assertore della democrazia popolare, La Rocca è stato componente della Commissione dei 75 dell’Assemblea costituente – eletta il 2 giugno del 1946 con il referendum a suffragio universale votato nell’osservanza della parità di genere- dando vita allo Stato repubblicano basato sulla democrazia parlamentare, abrogando lo Stato monarchico che si articolava nella diarchia re–duce . E proprio il percorso politico e di “Padre costituente” compiuto dall’on.le Vincenzo La Rocca, parlamentare per due legislature, è stato rivisitato alla luce dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Amelia e Concetta Grassi, con gli interventi -in video conferenza- di Aldo Masullo e del senatore Francesco Urraro, ed il coordinamento di Ermanno Corsi .
Un filo diretto, quello tra il Filosofo e il parlamentare del Movimento 5 Stelle dipanatosi nel Museo storico-archeologico dell’area nolana, con gli onori di ospitalità resi dal direttore della struttura, il dottor Giacomo Franzese e l’introduzione della professoressa Amelia La Rocca, dirigente del Liceo “Girolamo Albertini”; un colloquio alla distanza, in cui Masullo con incisive riflessioni ripercorreva la vicenda politica italiana negli anni del fascismo e del dopo–guerra per il difficile cammino della costruzione della democrazia. Un cammino, per il quale un ruolo di sicura valenza specifica in Campania fu esercitato proprio dalla “Cellula” del Partito comunista italiano, attiva a Nola, di cui Vincenzo La Rocca era un saldo riferimento, anche per i rapporti con il Pc francese. Una testimonianza diretta e personale, quella espressa da Masullo, per rappresentare la cruciale e controversa temperie di quegli anni lontani, a cui il senatore Francesco Urraro faceva corrispondere la rilevanza dei temi e dei profili giuridici e politici, con cui Vincenzo La Rocca connotò e improntò il proprio ruolo nella Commissione dei 75, espressione di tutte le rappresentante politiche elette con il voto del 1946; Commissione che elaborò il testo costituzionale. E gli articoli, per i quali di sicuro interesse e rilievo è il contributo di idee fornito dal parlamentare nolano nel dibattito da cui scaturì la composizione dei primi due titoli della Carta costituzionale; titoli comprensivi ed esplicativi -sottolineava Urraro– degli articoli che configurano i rapporti civili e i rapporti etico-sociali, fissando il tessuto della democrazia plurale e libera, la cui architettura è ben coesa ed ha favorito il processo di crescita e di evoluzione della società italiana nella dinamiche dell’Europa comunitaria e della società mondializzata. Una Carta costituzionale strutturalmente valida e attuale -evidenziava il parlamentare pentastellato- anche se periodicamente si manifestano tentativi di revisione e cambiamento del suo impianto generale.
A gli far da contrappunto ai temi sviluppati, i gradevoli intermezzi musicali eseguiti dai giovani formano l’ Ensemble di chitarre del “Girolamo Albertini”. Una performance di qualità, a sigillo dell’importante iniziativa socio-culturale, mirata sulla riscoperta di una personalità politica di interessante spessore ideale e ideologico, qual è Vincenzo La Rocca, a cui l’amministrazione-Biancardi qualche anno fa ha dedicato il tratto di strada che costeggia il Parco archeologico nel centro antico della città. E sarebbe operazione storico-culturale degna d’interesse e meritoria, il recupero dei testi e saggi che scrisse, ri-pubblicandoli, fosse pure in copie anastatiche, insieme con gli Atti della Costituente, segnatamente il saggio “La crisi dell’economia mondiale” pubblicato nel 1932 a ridosso della crisi economica e finanziaria di Wall Street nel 1929 che disarticolò gli Stati Uniti d’America.