Trascorso un anno dall’insediamento di questo governo, CONFAD (coordinamento nazionale famiglie con disabilità) ritiene che sia giunto il momento di tracciare un primo bilancio, verificando cosa è stato fatto per migliorare le condizioni di vita dei Caregiver Familiari che avevano chiesto a gran voce il riconoscimento di quei diritti e quelle tutele da troppo tempo colpevolmente negati. Purtroppo dobbiamo registrare che non è stato preso NESSUN provvedimento concreto. Nessuna mano tesa verso i caregiver familiari. Nel corso della passata legislatura, la legge di bilancio del 2018 aveva istituito uno specifico Fondo per il sostegno di cura e di assistenza del caregiver familiare, assegnando 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020. Gli interventi legislativi che dovevano determinare l’utilizzo di questo fondo e che non esistevano all’approvazione di questa legge, mancano ancora oggi! Pertanto quel Fondo non può essere utilizzato, e chissà per quanto altro tempo sarà così! La nuova legge di bilancio 2019 incrementa la dotazione del Fondo di 5 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 ma, in assenza di interventi legislativi specifici, tale incremento suona come una vera propria beffa per i caregiver familiari: c’è una legge che determina la dotazione economica, ma non c’è una legge che ne determini l’utilizzo !
Abbiamo ascoltato tante belle parole, tanti bei propositi durante gli incontri avuti in sede istituzionale, salvo registrare un sostanziale nulla di fatto! Nessun testo unificato (dai 7 testi di legge depositati) è ancora uscito dalla 11’ commissione del Senato. NULLA! CONFAD chiede con fermezza che il Ministero della famiglia con delega alla disabilità provveda con urgenza ad attivare tutte quelle misure a sostegno dei Caregiver Familiari promesse oltre un anno fa e ad oggi ancora disattese. Facciamo un appello affinché l’ 11’ commissione lavoro del Senato calendarizzi con urgenza la discussione di un testo unico che contenga tutele sostanziali per i Caregiver Familiari, e non interventi di facciata. Nel merito riassumiamo alcuni punti significativi che una legge degna di questo nome non può non considerare: il riconoscimento della figura del caregiver familiare: “ la figura del caregiver è solo ed esclusivamente familiare” come da ddl 555 articolo 2 e ddl 853 articolo 1, secondo quanto già previsto nel’ articolo 1 comma 255 della legge 205/2017, nella persona che assiste e si prende parte e cura del coniuge, dell’altra parte dell’Unione Civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge del 20 maggio 2016 numero 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33 comma 3 della legge 5 febbraio 1992 numero 104, di un familiare
entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche e degenerative, non sia autosufficiente è in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3 comma 3, della citata legge 104 del 1992 o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980 n 18.
Il caregiver familiare NON E’ UN VOLONTARIO, dal momento che solo le circostanze della vita lo hanno condotto a fare una scelta d’amore evitando l’istituzionalizzazione del congiunto, ed evidentemente ciò non ha alcuna colleganza con l’ attività di volontariato tutela previdenziale: il riconoscimento al caregiver familiare della copertura, a carico dello Stato, dei contributi figurativi riferiti al periodo di lavoro di assistenza e cura effettivamente svolto ed equiparati a quelli usuranti (ricordiamo a questo proposito che il premio Nobel della medicina 2009 Elizabeth Blackburn realizzò uno studio ove si dimostrava che l’ aspettativa di vita di un caregiver familiare arriva a 17 anni in meno rispetto alla media). Inoltre deve essere riconosciuta al caregiver familiare che svolga attività lavorativa, la possibilità di accedere al pensionamento anticipato e senza penalizzazioni, sia per i caregiver che non hanno mai potuto svolgere un’ altra attività lavorativa che per quelli che hanno dovuto abbandonarla parzialmente o totalmente, al raggiungimento di 30 anni di contributi sommando ai contributi da lavoro, eventualmente già versati quelli figurativi versati dallo Stato per l’attività di caregiver familiare sono necessari percorsi preferenziali nelle strutture sanitarie al fine di ridurre i tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie per il caregiver familiare.
E’ auspicabile il rilascio di una apposita tessera di riconoscimento al caregiver familiare in maniera di facilitare questi percorsi, prevedendo inoltre la possibilità di domiciliazione delle visita specialistiche qualora l’assistito abbia difficoltà di spostamento, cosa assai frequente copertura assicurativa a carico dello Stato con il rimborso delle spese sostenute per sopperire alla vacanza assistenziale nei periodi di malattia o nei quali il caregiver è impossibilitato ad assistere il proprio familiare (riconoscimento malattie professionali) politiche attive per Il lavoro: inclusione lavorativa o rioccupazione del caregiver familiari che assistono persone con disabilità, anche favorendo e incentivando il telelavoro e il lavoro agile, conciliazione attività di assistenza e attività lavorativa, percorsi di reinserimento nel mondo lavorativo del caregiver familiare secondo le proprie competenze professionali pregresse, o valorizzando le competenze acquisite nello svolgimento dell’ attività di caregiving CONFAD prosegue caparbiamente la sua attività sensibilizzando la classe politica affinché si giunga all’ approvazione di questa legge, e richiama il Governo e le forze politiche che lo sostengono ad essere coerenti con le promesse elettorali a suo tempo pronunciate. Noi non ci dimentichiamo di quanto avete promesso, e continueremo a chiedervene conto. Alessandro Chiarini- Presidente CONFAD