di Maurizio Barbato.
Sono sempre più frequenti le richieste di regole per contenere le degenerazioni che su più fronti oggi caratterizzano la Festa dei Gigli. Istanze che provengono da tanti cittadini che lamentano gli aspetti oramai fuori controllo della Kermesse e che non riconoscono più i caratteri di tradizione e di fede tipici del cerimoniale. E si tratta della Kermesse che fa parte del patrimonio della cultura immaterialedell’umanità riconosciuto dall’Unesco che vigila sulla sua tutela, inlinea con lo specifico disciplinare.
Decibel elevatissimi, orari sballati, scarsa qualità nelle costruzioni delle macchine da festa e dei rivestimenti, testi musicalinon sempre appropriati, costituiscono argomenti che, dalle piazze ai social, animano il confronto fra cittadini e fra addetti ai lavori.
Ma, a ben vedere, una norma finalizzata a tenere la festa sui propri binari c’è ed è vigente : “Il regolamento della Festa dei Gigli”.Tuttavia sull’onda emotiva di un sentimento per il quale nella Festatutto è consentito, il regolamento è assolutamente ignorato oltre che essere sconosciuto nei contenuti.
Il dato che emerge, sfogliando le pagine del regolamento,riguarda le numerose responsabilità poste in capo al maestro di festa e che si riferiscono proprio ai temi oggetto della querelle sulle regole.
Il neo assegnatario, con la concessione, assume obblighi giuridici ed economici davvero rilevanti. Le responsabilità sono disparate e vanno dal cantiere per la costruzione delle macchine da festa, alle dimensioni della struttura, ai decibel degli impianti, ai tempi di esposizione dello striscione, fino ad arrivare ai ritardi della processione. Il Maestro di festa :
E’, però, noto che la maggior parte degli obblighi sopra elencati, contenuti nel regolamento, sono sistematicamente disattesi.
Pochi sono, invece, sempre in riferimento al regolamento, i doveri dell’ Ente o della Fondazione che si risolvono essenzialmente in attività dispositive, di controllo e di sanzione. Eppure tante sono le condizioni al contorno, alcune evidenti, che andrebbero gestite, non solo per mitigare gli innumerevoli compiti del Maestro di Festa, ma anche per valorizzare e favorire un miglior godimento del cerimonialeai visitatori. E’ insostenibile, ad esempio, la presenza delle auto nei luoghi in cui sostano i Gigli o anche durante le celebrazioni di rito come le processioni delle bandiere o altri eventi.
Probabilmente, il flop del regolamento va ricercato proprio nella forbice che divide il maestro di festa dall’istituzione in quanto configura una sorta di sterile meccanismo controllato–controllore. Non si ravvisano nel testo, infatti, momenti di collaborazione e compartecipazione, anche economica, che ne legittimerebbero maggiormente il controllo. Su aspetti volti a garantire la sicurezza e a preservare la tradizione, quali: gestione delle emergenze; qualità nella costruzione della macchina da festa; uso di materiali tradizionali per i rivestimenti, sarebbe auspicabile, infatti, un intervento decisivo ed il contributo da parte dell’istituzione pubblica. A tal proposito, intervenire sugli orari ha una valenza, tra l’altro, sulla sicurezza della festa dato che dopo un certo orario del lunedì mattina non vi èpossibilità da parte della protezione civile di garantire eventualeassistenza a situazioni di emergenza.
Tale stato delle cose genera confusione, da un lato, sul ruolo del Maestro di Festa che tende ad esercitare la propria funzione in assoluta indipendenza ignorando gli obblighi ai quali è tenuto,dall’altro, sul ruolo dell’istituzione che risulta incapace di garantire il controllo ed il rispetto delle proprie disposizioni sia perché non condivise sia perché non riconosciute.
Il risultato è una sorta di equilibrio instabile in cui prende il sopravvento l’improvvisazione e l’adattamento a schemi che non appartengono alla processione dei Gigli di Nola.