Si è conclusa con soddisfazione l’iniziativa dal titolo “Carlo Gesualdo tra Rinascimento e Barocco. Percorsi internazionali di studi letterari, storici e artistici”. Nell’occasione sono state presentate la nuova identità visiva e la piattaforma dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani.
Un arricchimento delle conoscenze e un confronto costruttivo sullo stato di fatto degli studi intorno alla figura del Principe madrigalista Carlo Gesualdo uniti a una programmazione a lungo termine sulla prossima summer school. Si è conclusa con questi risultati l’iniziativa dal titolo “Carlo Gesualdo tra Rinascimento e Barocco. Percorsi internazionali di studi letterari, storici e artistici” ideata dalla Fondazione Carlo Gesualdo in accordo con l’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani sotto il patrocinio scientifico del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno. Una tre giorni di totale immersione nell’universo intimistico e artistico del nobile musico noto per aver composto madrigali e musica sacra di un’eccezionale raffinatezza. «Non si tratta solo di un interscambio di idee ma di cogliere la dimensione territoriale attraverso la cultura». Con questi presupposti Carlo Santoli, ricercatore dell’Università di Salerno e coordinatore scientifico della summer school, ha moderato gli interventi che si sono succeduti, di tipo letterario e musicologico. Oltre allo scambio di alto profilo culturale tra autorevoli studiosi sul Principe di Venosa, si sono gettate le basi per la prossima edizione di respiro internazionale.
«Punteremo sempre di più sulla cultura e faremo in modo che questa scuola diventi un punto di riferimento negli studi specialistici» ha ribadito più volte il Sindaco Edgardo Pesiri, già promotore di numerosissime iniziative durante la presidenza della Fondazione Carlo Gesualdo, ora passata ad Agostino Ziino, Presidente dell’Istituto Italiano per la Storia della Musica e professore emerito presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. «Questa prima serie di incontri nel palazzo Pisapia e il tavolo di confronto tra gli studiosi è servito per programmare più nel dettaglio la nuova edizione della summer school» ha dichiarato il primo cittadino che ha seguito con attenzione l’iter dei lavori.
Diversificati sono stati i contributi dei relatori: dalla teoria dei generi diatonico-cromatico ed enarmonico nel Rinascimento si è passati al racconto della verità storica contrapposta alla scrittura romanzesca, fino ad arrivare al rapporto tra Carlo Gesualdo e Torquato Tasso attraverso il discorso della committenza nel periodo della Controriforma. Ci si è soffermati sull’eccezionalità di Gesualdo in quanto abile adattatore dei testi offerti dal Tasso. Solo dieci furono le opere che musicò del poeta e solo nei primi due libri dei madrigali, avendo maturato, con il tempo, una cifra stilistica completamente differente, sempre più epigrammatica. L’accento è stato posto, inoltre, sulla vicenda dell’omicidio dei due amanti, Fabrizio Carafa e Maria d’Avalos, sul mistero della sepoltura e sui beni nel castello secondo quanto emerso nell’inventario custodito nell’archivio Vaticano. Tra questi un ritratto del Salvatore in tela, opera del Caravaggio. Cosa che fa pensare che Gesualdo e il pittore si siano incontrati. A proposito del noto pittore, ineccepibile è la conformità espressiva con l’arte del Principe, seppur trasporta in musica. A Caravaggio rimanda anche la nuova identità visiva del rinnovato Istituto Italiano di Studi Gesualdiani. Il suonatore di liuto del celebre pittore, insieme ad altri soggetti similari, è stato preso come riferimento per la nuova comunicazione dell’Ente di emanazione comunale. «Molti quadri coevi a Gesualdo, come quelli di Caravaggio o di scuola caravaggesca, hanno il suonatore di liuto come soggetto visivo» ha spiegato Ivo Caruso, il realizzatore della nuova identità visiva e del logotipo. «Ho scelto il liuto come visual quale strumento simbolo dell’arte di Gesualdo e della sua epoca» ha continuato il giovane ricercatore in design. Per realizzare il logotipo è stata ripresa, in forma stilizzata, l’incisione su carta del suonatore di liuto di Francesco Bartolozzi (Firenze 1728 – Lisbona 1815). Intorno a questa è stato posto, su una direttrice circolare, la frase “io d’ogni intorno inondo e fo, col mio gioir, gioioso il mondo” tratta dal IV libro dei madrigali di Gesualdo (1611). «È un modo per definire un marchio armonico e riconoscibile, riprendendo la poetica universale del Principe» ha spiegato il designer.
L’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, diretto dall’architetto Raffaele Fulchini, sotto la direzione scientifica del noto musicologo Dinko Fabris, ha ora anche una nuova piattaforma (http://www.istitutostudigesualdiani.it/) . Realizzata dall’ingegnere Giuseppe Famiglietti, è capace di raccogliere un ecosistema di servizi, dai contenuti digitali alle ricerche full text, fino all’e-learning.
La summer school si è chiusa con la presentazione del volume “Carlo Gesualdo e il suo tempo” (Edizioni Il Terebinto), a cura di Alberto Granese e Luigi Sisto, che riunisce gli atti del convegno internazionale tenutosi nel 2013 tra Gesualdo e l’Università di Salerno. Il lavoro è acquistabile attraverso la piattaforma dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, disponibile in print on demand, e contiene gli interventi di Alberto Granese, Glenn Watkins, Agostino Ziino, Domenico Defilippis, Rosa Giulio, Pasquale Guaranella, Marco Mangani, Pasquale Sabbatino, Martin Kinbauer, Marina Toffetti, Margarita Grigoryeva e Luigi Sisto. Il volume fa parte della Collana di Studi e Testi dell’Istituto gesualdiano e che si avvale della Direzione scientifica di Guido Baldassarri, Rino Caputo, Alberto Granese, Stefano Campagnolo, Dinko Fabris e Agostino Ziino.