di Gianni Amodeo
Le comunità cittadine del territorio sono ormai sotto crescente e diffusa pressione da oltre un mese per le criticità ambientali e per i miasmi emessi dall’impianto di trito vagliatura operante a Paenzano di Tufino. Una complessa problematica che aggrava i rischi e pericoli a cui è esposta la comun salute, penalizzando duramente l’ eco–vivibilità. Una situazione di disagio, a cui né le Asl Avellino e Napoli–3 Sud, né l’ Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Campania, in ordine alle loro competenze hanno finora prestato uno straccio di attenzione, dando riscontro a esposti, segnalazioni e denunce sia delle Istituzioni territoriali che di associazioni e cittadini, per trovare una via di uscita e di risoluzione alla persistenza del fenomeno. Un silenzio e una … sordità che negano i principi e i valori della cittadinanza, delle sue istanze e bisogni, specie se di conclamata evidenza sociale, come nella fattispecie.
In questo quadro, si colloca la convocazione del Consiglio generale dell’ Unione dei Comuni del Baianese e dell’Alto Clanis, indetta dal presidente di turno, Enrico Montanaro, sindaco dell’Ente di piazza Napolitano, in cui si è svolta l’assemblea. Un confronto costruttivo e propositivo, nello stesso tempo, alla luce della complessiva problematica–rifiuti accentuata dallo stop programmato dell’impianto di termovalorizzazione di Acerra; stop già reso noto da circa un anno e debitamente annunciato dall’A2A, l’holding dei Comuni di Milano e Brescia che gestisce la struttura, realizzando profitti stimati nell’ordine di 60 milioni annui.
Come dire- va da sé, e non giova evidenziarlo … più di tanto- che i rifiuti della Campania “valorizzati e trasformati” come fonte di energia elettrica, venduta all’Enel, generano notevoli ritorni economici e finanziari per i due importanti Comuni che si valgono di un management d’impresa pubblica di buon livello e collaudate competenze di programmazione e gestione. E- va ricordato- la struttura industriale della termovalorizzazione di Acerra appartiene al patrimonio della Regione-Campania, mentre lo stop da cui è interessata per lavori di manutenzione ordinaria che si concluderanno il 12 ottobre, ancora una volta, ha fatto emergere le ben note carenze nella filiera impiantistica. Un punto di analisi, su cui si soffermava il presidente Montanaro, auspicando la realizzazione sui territori regionali la filiera degli impianti per la piena autonomia di gestione del ciclo-rifiuti.
Sulle cause del fenomeno era focalizzato l’intervento del sindaco di Sperone, l’avvocato Marco Santo Alaia, componente del Consiglio dell’ Ato rifiuti della provincia di Avellino, ponendo l’accento sulle ragioni della necessaria vigilanza da esercitare sulla gestione dello Stir sotto accusa. “Come comunità, stiamo pagando un pegno eccessivo e insostenibile, spiegava, il “primo cittadino”. Fino ad oltre dieci anni fa, siamo stati penalizzati per lungo tempo sia dall’attività delle maxi-discariche di Paenzano–1 e Paenzano–2 che da quella dell’impianto per la produzione del combustibile derivato dai rifiuti e ora dallo Stir, in esercizio nello stesso sito. E’ una beffa che viene consumata ai danni dalla comunità che rappresento, il cui tessuto urbano è insediato in larga parte nelle immediate vicinanze dell’impianto di trito vagliatura. Una vicinanza che rende impossibile la vita ai cittadini e alle famiglie per l’aria resa irrespirabile dai miasmi generati dallo Stir. Il paradosso- sottolineava ancora Alaia– è dato dalla condizione virtuosa della comunità speronese, collocata tra le prime della graduatoria regionale per la pratica corretta sia della “differenziazione” che del ri–riclo e ri–uso dei rifiuti”.Altro punto di analisi di Alaia le anomalie di gestione dello Stir che possono ritenersi la causa delle criticità in atto; anomalie riconducibili alle eccessive percentuali della frazioni organica di rifiuti conferite nei materiali dell’indifferenziato “secco”, con provenienza dai Comuni della Città metropolitana di Napoli.
Il dottor Alessandro Napolitano, medico di professione e sindaco di Mugnano del Cardinale, ampliava il raggio d’osservazione, andando oltre la specificità del fenomeno-miasmi e della probabile cattiva gestione dello Stir, per porre sotto i riflettori lo stato generale della vivibilità del territorio dell’ Unione intercomunale e dell’area nolana; stato di vivibilità che non desta affatto tranquillità né garantisce sicurezza eco-ambientale, su cui è necessario intervenire in modo appropriato e adeguato con il supporto delle Istituzioni,a cominciare da indagini epidemiologiche, per aprire i percorsi dell’ eco–sostenibilità che interpellano indistintamente, Istituzioni e comunità cittadine.
Un punto di riflessione, quello del “Primo cittadino” di Mugnano, condiviso dal sindaco di Quadrelle, Simone Rozza, Franco Vittoria e Chiara Cacace. E su questa linea di ragionamento si innestava l’intervento dell’on.le Vincenzo Alaia, vice-presidente della commissione-sanità del Consiglio regionale della Campania. Un intervento, per impegnare il Consiglio generale dell’Unione a rapportarsi con le Istituzioni regionali, in particolare le competenti Aziende sanitarie locali e l’Arpac, ad attivare tutte le procedure necessarie, per vigilare sulla regolarità gestionale dello Stir, oltre sulla tutela dell’ambiente. Un quadro di controlli, di cui le Asl e l’Arpac stesse diano conto alle comunità e alle le amministrazioni locali. L’assenza di ascolto e d’interlocazione non è concepibile- spiegava Alaia– né ammissibile.
Al confronto, ha assistito una folta delegazione di rappresentanti di associazioni di volontariato civico di Tufino, con il consigliere comunale, Nicola Di Mauro, e Onofrio Petillo, che, in particolare, hanno evidenziato le criticità e le sofferenze ambientali che investono l’ area nolana nella generale indifferenza delle Istituzioni locali. Uno scenario grigio-scuro. Più scuro che grigio, quello prospettato.