La visita ai luoghi religiosi come i santuari, ha come obiettivo la fede per i credenti, e quindi diventa un turismo religioso, che come arco di tempo si esaurisce in un pomeriggio, o al massimo in una giornata. Due sono gli avvenimenti religiosi, che si svolgono a Materdomini , la prima domenica di settembre, e il 16 ottobre, giorno che si ricorda, la morte di San Gerardo.
Questa ridente località, per questi due avvenimenti religiosi, diventa meta di un turismo detto; “mordi e fuggi “. Ma, anche se esso lascia poco, rappresenta pur sempre una boccata di ossigeno, per le varie attività economiche locali. Come ci ha detto appunto “ Mario “ un cittadino del posto, che con un piccolo stand, vendeva immagini sacre e bigiotteria, per arrotondare il magro bilancio familiare.
La cosa principale, è stata la processione, che si è svolta nel tardo pomeriggio per le vie del paese, con una marea di persone al seguito. Donne in costumi d’epoca, che portavano enormi cesti di ceri sulla testa, congreghe religiose in sfarzosi mantelli, suonatori di zampogne e sacerdoti salmodianti. Ma, anche semplici persone , che dalle loro sfumature, traspariva quella espressione popolare del pellegrino.
Però, è’ difficile, per un occhio laico, distinguere il confine; tra misticismo religioso e tradizioni popolari.
Al termine della processione, con il santo portato a spalle fermatosi sul sagrato del santuario, si è assistito ai fuochi pirotecnici , che partendo dal fondovalle del monte Paflagone, con i loro botti fragorosi e bengala, hanno, illuminato l’intera valle.
Numerosi sono stati i pullman, provenienti da ogni parte della Campania, Basilicata e Puglia. Una cacofonia di clacson e grida tra gli addetti ai parcheggi ( volontari di associazioni , comunque gestititi dall’autorità religiosa del santuario ) e gli autisti per lo scarico dei pellegrini in arrivo e far ripartire immediatamente per mancanza di posto, i pullman diretti ai parcheggi esterni.
Ma, questo non è avvenuto per tutti, perché molti sono stati i sotterfugi adottati per accaparrarsi il posto parcheggio vicino al santuario, di cui siamo stati attivi spettatori per molto tempo, avendo percepito , che qualcosa non andava per il verso giusto. Cioè, sostare al oltranza con il pullman nell’area, come ha fatto, una giovane e avvenente “mirabellese“ proprietaria di un grosso pullman, che con più sorrisi e blande proteste , dopo circa trenta minuti, nonostante rendesse difficile il traffico, ha convinto gli addetti a trovargli un posto di parcheggio.
Mentre altri nel frattempo, anche con pullman più piccoli, sono dovuti andare nei parcheggi, posti lontani dal Santuario. Questa è la parte dolente, di cui le autorità del posto dovrebbero farsi carico, perché la legge è uguale per tutti, e, non solo per i furbi e le belle donne.
Per dovere di cronaca, va ricordato che Materdomini, è una frazione del comune di Caposele, da cui parte l’acquedotto del Sele, che dal 1915 fornisce acqua alla Puglia. L’acquedotto, rappresenta tutt’ora un’opera di grande valore ingegneristico, ad oltre cento anni dalla sua realizzazione.
Carmine Martino