Si teme possa esserci lo spettro della corruzione sugli esami di avvocato a Napoli. Su delega della Procura, i carabinieri hanno perquisito gli uffici di Castel Capuano alla ricerca della documentazione riguardante la prova scritta per l’abilitazione alla professione forense che si è svolta a dicembre 2017. Gli investigatori, coordinati dalla pm Ida Teresi, lavorano all’ipotesi del pagamento di una mazzetta. Si tratterebbe di una tangente di svariate migliaia di euro, che però non sarebbe stata sufficiente a far ottenere il superamento dell’esame. A finire sotto inchiesta ci sono cinque persone. Si tratta di due dipendenti del ministero della Giustizia in servizio a Napoli, uno sarebbe un autista, l’altro invece si è occupato proprio della prova scritta. Per i due impiegati è stato emesso anche un decreto di perquisizione. L’obiettivo è il sequestro di materiale informatico, documenti e altri elementi ritenuti potenzialmente utili a verificare l’ipotesi investigativa. Gli avvocati difensori degli indagati perquisiti hanno proposto ricorso al Riesame per ottenere la restituzione di quanto sequestrato dai carabinieri. Poi la Procura valuterà se procedere all’eventuale interrogatorio di testimoni.
Negli ultimi anni, la media di coloro che superano l’esame di abilitazione alla professione di avvocato è di un candidato su tre. Nel 2017 sono stati 1381 i candidati della Corte di Appello di Napoli che superarono le prove scritte della sessione a fronte di 4195 partecipanti, con una percentuale pari al 32,92 per cento. Il risultato del 2017 è stato peggiore rispetto a quello della sessione precedente, quando gli ammessi erano stati il 37,31 per cento. Anche in quella successiva fu migliore: alla sessione 2018 gli ammessi all’orale sono stati 1592, a fronte di 4041 candidati e con una percentuale di ammessi pari al 39,39 per cento.