Negli anni ‘70 aveva ucciso tre militari ed un metronotte, aveva ottenuto un permesso di 12 ore, nello sconto della sua pena, ed ha accoltellato un anziano, per rapinarlo, nel parcheggio del San Raffaele, a Milano.
Antonio Cianci, ergastolano sessantenne, aveva ottenuto il permesso premio dando atto di un suo cambiamento, la relazione del carcere di Bollate parla di un percorso positivo, appunto di cambiamento, che non trova -ancora una volta, purtroppo- corrispondenza nella realtà. Pare infatti che non sia nuovo ad episodi del genere, inoltre il detenuto è risultato armato di taglierino ed ha continuato a dichiararsi innocente nonostante fosse stato ritrovato con gli abiti ancora sporchi di sangue.
Quella dei “permessi premio “ per i detenuti rappresenta da sempre un argomento che accende tanti dibattiti e discussioni, probabilmente non perché l’opinione pubblica non riconosce la possibilità di cambiamento, ma proprio perché episodi come questo accadono ancora troppo spesso.
Come poi si può spiegare alla famiglia di essere vittime di un omicidio avvenuto per mano di qualcuno che avrebbe dovuto pentirsi di averne commessi altri in precedenza?
Carla Carro