di Gianni Amodeo
Giornata di pioggia con la classica atmosfera d’uggioso autunno, attraversata da lievi venature di frizzante e schietto freddo, quella dedicata al rito della scelta del Maio–2019, ad un mese dalla celebrazione dell’antico evento di cui è Attore e Protagonista assoluto e che si rinnova di anno in anno con lo scenario di fondo immutato e per nulla mutevole nell’essenzialità che soltanto Madre Natura conosce e concede senza ingannevoli orpelli, fronzoli da tarocco e svolazzi effimeri. E’ l’evento, il cui Mito, da disincantato e verace genius loci vive e alberga tra i generosi e folti castagneti dei boschi d’Arciano con cui ama dialogare e si sente sicuro.
E la scelta, compiuta dall’allegra compagnia di giovani e giovanissimi con la … guida esperta dei cultori della vita boschiva, è “caduta” sul castagno alto 15 metri e poco più che ventenne, che sarà ben preso rimpiazzato con la messa a dimora di un altro albero della stessa specie. E’ il Castagno– Maio che … occuperà il palcoscenico itinerante della Festa del 25 dicembre, calando a valle sulle scie dei sentieri d’Arciano, per attraversare tra ali di popolo plaudente il lungo tratto della Via Nazionale delle Puglie- ‘a via Nova del secolo scorso- e il corso Garibaldi, per approdare “ ‘ncoppa ’o stradone ‘e Santo Stefano” e vivere l’Alzata verso il cielo, compiuta con un laborioso gioco di funi e forza di braccia.
La particolarità e l’attesa dell’evento si sono incrociate e intrecciate con un altro significativo evento, quello dello scoprimento della Targa memoriale, con cui l’associazione Maio Santo Stefano, ha reso omaggio ad Angelantonio Candela, onorando attraverso la sua figura tutti i “mannesi”, i Maestri d’accetta dell’intero territorio, artigiani di un nobile e duro Mestiere che ormai non si conosce né si esercita più. Lavoratori ed emigranti, i “mannesi” – spesso in “compagnie” nei boschi di tutte le regioni italiane, oltre che in Francia e Germania – hanno scritto e vissuto in pieno sia l’etica della fatica onesta, dell’amore per la famiglia e le comunità d’appartenenza, sia la tradizione dei Mai, così come si vive ad Avella, Baiano, Sperone, Sirignano, Quadrelle e Mugnano del Cardinale. Applicata sulla facciata del “Casone”, l’imponente complesso espressione di edilizia rurale \ montana, luogo d’incontro e ospitalità per gli escursionisti d’ Arciano – e sono tanti, con notevole incremento di presenze, quando è tempo di raccolta di castagne e siamo ad un chilometro dal casello autostradale- era il sindaco Enrico Montanaro a dare la lettura della Targa, dopo lo scoprimento eseguito dal presidente dell’associazione promotrice dell’iniziativa, Stefano Guerriero.
A seguire, all’interno del “Casone”, l’intervento di Gennaro Casoria, segretario dell’associazione Maio Santo Stefano, per illustrare il significato della dedica della Targa a Mast’Angelantonio. E poi spazio alla … galleria dei ricordi, incentrati sui “mannesi” e Angelantonio e, neanche a dirlo, sulla storia del Maio cittadino, attraverso la compiuta rivisitazione del professore Carmine Montella, che citava, tra l’altro, la celebrazione della Festa del Maio fatta negli anni ’ 60 in … trasferta, nell’ospitale e cortese Avella, essendo stati aggrediti- i castagneti d’Arciano dall’insetto che ne cancellò la produzione del tempo. E la girandola dei ricordi s’arricchiva con le belle e emozionanti testimonianze sciorinate da Stefano Napolitano, Nicola Colucci,oltre che dall’assessora Antonella Crisci, dal sindaco Montanaro e Stefano Guerriero.
Ed ecco il testo della dedicazione in ricordo del Maestro d’Accetta, testimonial di quello che è stato il mondo sociale dei “mannesi” e dell’etica del lavoro che esprimeva sui territori nazionali e all’estero.
…. alla memoria di Angelantonio Candela, simbolica testimonianza della lunga storia di cui sono stati protagonisti i “mannesi”, Maestri d’Accetta, lavorando per una vita di dura e logorante fatica non solo nei boschi della Campania, ma anche del vasto bacino del Mediterraneo, il Grande mare sulle cui sponde vivono da sempre popoli ed etnie di profonde e millenarie radici, le cui culture hanno concorso e concorrono all’evoluzione dell’umana civiltà.
….. emigrante per lavoro in Francia e in Germania, Angelantonio Candela, è stato l’ultimo e forte depositario della nobile e secolare tradizione artigiana dei “mannesi” del territorio. Un’operosità tenace e quotidiana vissuta fin da ragazzo nei boschi dell’ Alta Irpinia, della Campania intera e della Calabria, del Massiccio del Partenio e della “sua” Arciano, il Monte dove trionfano i castagneti, da cui si seleziona il Maio dell’antico culto che rende l’omaggio d’annata alla Natura e che da saggio ed esperto decano dell’arte dei “mannesi” onorava “ogni” 25 dicembre, nella Festa che coinvolge la passione, le emozioni e il cuore della comunità cittadina.
Socievole e comunicativo, Mast’ Angelantonio è stato un solerte amministratore comunale ed un attivo ambientalista. Una vita di lavoro e un commendevole stile di comportamenti che ne segnano il retaggio esemplare affidato soprattutto alle giovani generazioni
L’ Associazione Maio di Santo Stefano si onora di dedicare la presente targa memoriale nel complesso di edilizia montana del “Casone”, che rappresenta il luogo d’incontro e ospitalità della comunità baianese, per la quale i boschi d’ Arciano per secoli sono stati fonte di lavoro e di vita materiale
Casone d’Arciano , Baiano, lì 24\11\19
L’intervento di Gennaro Casoria:
E’ una mattinata speciale, quella che stiamo vivendo. E’ la mattinata che coincide con il rito della tradizione per la scelta dell’ Albero del Maio, l’alto e robusto Albero di Castagno che rappresenta la bellezza e il fascino dei verdeggianti boschi d’Arciano, ma soprattutto l’Albero protagonista della Festa del 25 dicembre, che a Baiano si ripete di anno in anno; Festa secolare- e popolare- nel cui ciclo si rinnova la continuità di vita della comunità cittadina. E’ la continuità, in cui la devozione religiosa verso Santo Stefano – Patrono della comunità e Protomartire della Cristianità- s’incontra e fonde con l’antico culto arboreo del Maio, testimonianza d’amore per la Natura.
E’ una mattinata speciale, che ci vede tutti riuniti, come per gioiosa usanza e felice consuetudine con spirito di amicizia, in un luogo altamente significativo per la Festa del Maio, qual è quello del piazzale, su cui si affaccia imponente il Casone, preziosa e sobria espressione di edilizia rurale e montana. E va detto che il piazzale e il Casone sono splendidi punti d’incontro ristoratore di calda accoglienza per i tanti che nei boschi d’Arciano vivono le loro attività di lavoro – particolarmente diffuse e praticate per un ampio ventaglio di mestieri nel passato- ma anche di tanti escursionisti che amano la montagna e le atmosfere rasserenanti dei boschi. E da anni sia il piazzale che il Casone costituiscono la festosa base logistica del Campus, in cui nei mesi estivi si ritrovano centinaia di ragazzi e ragazze vivendo i loro giochi all’aperto e le attività formative loro dedicate.
E’, quella odierna, una mattinata davvero speciale, perché dedicata allo scoprimento della Targa in memoria di Angelantonio Candela, Mast’Angeloantonio, recentemente scomparso. E’ l’omaggio che tutti noi dell’Associazione Maio Santo Stefano, con il presidente Stefano Guerriero, e con il patrocinio morale sia dell’amministrazione comunale che del Comitato della Festa del Maio, abbiamo inteso dedicargli. Un attestato all’uomo operoso, Maestro d’Accetta, a cui si rende onore, quale testimone della grande tradizione di lavoro, rappresentata dai mannesi, di cui è stato decano. E con la figura di Mast’Angeloantonio intendiamo onorare tutti i mannesi del territorio intercomunale attraversato dall’ideale Via dei Mai, da Sirignano a Baiano, da Mugnano del Cardinale ad Avella, da Quadrelle a Sperone; grandi lavoratori e spesso anche migranti in terra di Francia e Germania, i mannesi sono gli artefici non solo della cultura delle buone relazioni sociali e dell’amore per la Natura e l’Ambiente, ma anche di quella cultura dell’onesto lavoro che è un retaggio affidato alle nuove generazioni, affinché lo facciano proprio, vivendolo.
E’ un riconoscimento dovuto e doveroso che rendiamo a tutti i mannesi, nella cui storia umana c’è tanta parte delle Feste dei Mai che si celebrano sul territorio; ed è storia condivisa con i protagonisti degli antichi mestieri del cestaio, del carbonaio, delle raccoglitrici di fascine, di produttori di calce, dei falegnami, dei tanti piccoli imprenditori dediti al commercio dei materiali lignei. Un piccolo, grande mondo che ruotava intorno ai boschi d’Arciano e dell’intera fascia dei Monti Avella. Grazie a tutti.