Due carabinieri e una guardia giurata persero la vita lo scorso anno, era il mese di luglio, travolti da una vettura sulla statale 7 bis Nola – Villa Literno nel territorio di Pomigliano d’Arco, nella provincia di Napoli, mentre erano in corso degli accertamenti per un incidente stradale: morirono due carabinieri, uno era il vicebrigadiere Attilio Picoco (foto) del Vallo di Lauro e una guardia giurata, De Gennaro Benigno di Quadrelle, che era conducente di una delle due vetture coinvolte nell’incidente stradale che i Carabinieri stavano facendo i rilievi.
Tutto succede dopo un primo lieve incidente tra una Opel Zafira e una Hyundai Atos: la prima vettura delle forze dell’ordine ad arrivare sul posto è una pattuglia dei carabinieri di Castello di Cisterna, raggiunta poco dopo da una «gazzella» dei militari di Nola. Iniziano gli accertamenti e, quando stanno per concludersi, sopraggiunge, ad altissima velocità, una Volkswagen Golf, guidata da un 26enne, Carmine Sannino, che travolge l’appuntato scelto Vincenzo Ottaviano, 40 anni (li aveva festeggiati quattro giorni prima e la moglie gli aveva regalato un’auto), sposato con un figlio, in servizio a Castello di Cisterna, il conducente di una delle vetture coinvolte nel primo incidente, la guardia giurata De Gennaro Benigno, di 50 anni, originaria dell’Avellinese, e il vice brigadiere Attilio Picoco, 46 anni, in servizio a Nola.
La guardia giurata muore sul colpo; l’appuntato scelto, invece, muore nell’ospedale Cardarelli di Napoli, per le ferite riportate; il vice brigadiere riesce a sopravvivere, ma le sue condizioni erano critiche. Era ricoverato nell’ospedale San Giovanni Bosco dove morì dopo giorni di agonia. L’incidente stradale coinvolse anche altri due carabinieri che riuscirono a salvarsi grazie alla loro prontezza di riflessi: evitarono l’impatto lanciandosi tra le sterpaglie ai bordi della strada. Per loro, solo lievi ferite altrimenti poteva essere davvero una strage. Carmine Sannino, il 26enne alla guida della Golf, fu denunciato per omicidio stradale e la sua auto sequestrata. Il giovane risultò negativo all’alcoltest e al narcotest. Oggi la sentenza di primo grado del Tribunale di Nola che ha condannato il 26 enne a 4 anni e 6 mesi di carcere oltre chiaramente alle spese giudiziarie e il risarcimento danni alle vedove e familiari delle vittime che sarà accollato dalla sua Compagnia assicuratrice.
Una delle vedove avrebbe dichiarato ad un conoscente: “mio marito è stato ucciso due volte”.