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di Lucio Ianniciello
All’età di 71 anni si è spento Pietro Anastasi, uno degli attaccanti più forti degli anni ’70. Una malattia con cui lottava da tempo lo ha portato via. Dopo aver esordito in Serie D con la Massiminiana e aver contribuito con le sue reti alla promozione del club siciliano in Serie C, obiettivo mai raggiunto da un team ormai scomparso, nel 1966 approdo’ a Varese. Al primo anno nella squadra lombarda che militava in Serie B fu subito salto in A, categoria dove collezionerà 338 presenze e 105 marcature. Le sue doti di goleador non passarono inosservate alla Juventus, con i bianconeri gioco’ dal 1968 al 1976 vincendo tre scudetti e segnando 78 reti in 258 presenze nella massima serie. L’attaccante catanese da “u turcu”, soprannominato così nella sua città per la carnagione scura che si accentuava fortemente in estate, divenne “Pietruzzu” e “Pele’ bianco”. Qualità di realizzatore non mente. Con la Nazionale italiana vinse l’Europeo 1968, sua una delle reti nella finale bis contro la Jugoslavia. In totale 25 presenze e 8 reti in azzurro. Fu costretto, per un infortunio, a disertare il Mondiale 1970 in Messico. Dopo 8 anni con la Juve, passò all’Inter, Boninsegna in cambio a Torino. In maglia nerazzurra vinse una Coppa Italia. Capace di strappi incredibili, tipo i 3 gol alla Lazio, partendo dalla panchina, in soli 5′. Ascoli e Lugano le squadre dove concluse la carriera. Il 17 dicembre 1978 segnò una rete allo stadio Partenio, scontro tra due matricole terribili in A, dall’iniziale vantaggio il suo Ascoli fu poi battuto 3-1 dall’Avellino con lo score materializzatosi tutto nel secondo tempo.