di Gianni Amodeo
….. “ Un’idea forte e d’impegno civile per affermare i valori della dignità umana da rispettare e tutelare nella libertà; idea di formazione ed educazione, in cui la Scuola si riconosce, rendendosene interprete e portatrice nel vivere la realtà del territorio …”
…. ” La Carta costituzionale disegna il modello di società aperta e plurale, in cui i diritti di cittadinanza sono ancorati ai principi di eguaglianza e libertà senza discriminazioni di alcun genere razziale, politico-religioso e socio-economico
….. “ La Storia non si giudica, si analizza e si approfondisce, per conoscerla nelle forme più esaurienti possibili e si divulga. E’ il dovere della conoscenza senza filtri ideologici e di pre–giudizio che consolida la civile convivenza e vince l’indifferenza che non rimuove, né previene né contrasta le diseguaglianze e le sofferenze umane, come ha affermato Papa Francesco proprio ieri – n . d. r. domenica 26 gennaio- all’ Angelus ….”
Sono- quelli citati in virgolette- i passaggi più significativi degli interventi, con cui la dott.ssa Luigia Conte, il dottor Vincenzo Gagliotta e il dottor Vincenzo Serpico, dirigenti scolastici, hanno evidenziato il senso della Giornata internazionale della Memoria. Un comune progetto didattico e formativo, che ha impegnato e coinvolto i docenti per un prezioso lavoro di preparazione, tradotto nell’eccellente performance -coordinata dalla professoressa Teresa Simonetti, spigliata e disinvolta conduttrice narrante- con cui sono stati interpretati e raccontati, nell’Auditorium del “Giovanni XXIII” in forma di Teatro civile, gli orrori della Shoah; una performance, che coinvolto sul piano dell’intensità emotiva ben cento, tra ragazzi e ragazze che frequentano le terze classi dei sei plessi di Scuola media degli Istituti comprensivi, operanti nel territorio dell’Unione intercomunale dell’ Alto Clanio, ad Avella, Baiano e Mugnano del Cardinale.
Cento ragazzi e ragazze interpreti del Teatro civile. I versi di Marco Spyry e la libera anima popolare del Fado
Un racconto, quello presentato, intessuto di letture di testi poetici e di prosa, analizzati con puntuali riflessioni, dialoghi, recitazioni, scenografie mirate, seguendo i percorsi della conoscenza delle nefande crudeltà e atrocità del razzismo anti-semita e contro le minoranze etniche, compiute dal nazismo tedesco nella seconda guerra mondiale. Un coinvolgimento corale delle giovani generazioni del territorio, con pregevoli squarci d’interesse, tra cui quello del video con il brano del “Notturno” di Chopin e la lettura dei celebri versi di “Assenza fatale” che rappresentano l’abisso della Shoah quale tremenda rimozione – Assenza appunto- del senso e dello spirito di Dio-Amore, dall’orizzonte della condizione umana. Sono i versi di quel fine compositore e acuto poeta, qual è Marco Spyry chitarrista ed originale cantante sulla scia di Amàlia Rodrigues che è l’avvincente interprete mondiale del Fado, la vibrante e appassionata musica popolare portoghese. E va ricordato che Spyry ha fondato ed anima nella Recanati leopardiana dov’è nato, l’Accademia del Fado.
La gavetta di Stefano
Un tassello del tutto speciale, innestato nella trama del Teatro civile dai ragazzi e dalle ragazze della terza classe della sezione F del plesso del “Giovanni XXIII–Alda Merini”, era costituito dalla configurazione del power point, che narra la vicenda di Stefano Peluso, fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’armistizio dell’ 8 settembre del 1943. Una vicenda che Stefano Peluso racconta, anche con invocazioni alla Madonna, con le minute e ben leggibili incisioni impresse sulla piccola gavetta personale in alluminio, di cui potevano disporre i prigionieri per l’unica e sola brodaglia che veniva loro somministrata ogni giorno. Uno straordinario cimelio di famiglia custodito gelosamente dalla figlia Santina, prodiga di generosità e affabile infermiera, e dalla nipote, la professoressa Marilena Alaia, docente nel “Giovanni XXIII” .
Stefano Peluso era stato operativo sul fronte greco – albanese ed era in procinto di rientrare in Italia, quando fu annunciato l’armistizio del ’43, con cui le truppe tedesche e quelle italiane non erano più alleate e co-belligeranti, ma nemiche . Stefano e altri commilitoni erano ormai in viaggio sulla tradotta che li avrebbe condotti in Patria, quando furono intercettati dai soldati della Wermatch e condotti in un campo di prigionia, in Sassonia. Rientrato nel ‘45 nella “sua” Baiano, riprese le sue attività lavorative nella Grande famiglia dei boscaioli territorio, concedendosi anche l’esperienza di migrante per lavoro come tanti altri italiani negli Stati Uniti d’America.
Fu un’ esperienza che lo deluse amaramente e profondamente, come ha ricordato Marilena D’Avanzo nel presentare il power point evocativo della storia personale del nonno. “ L’ America immaginata come l’Eldorado– era solito dire Stefano– era in Italia, nel lavoro che svolgeva a Baiano e che non avrebbe cambiato con nessun altro Paese e lavoro”. In realtà, Stefano era un provetto mannese– e chi scrive ben lo ri–vede nell’assiduo lavoro quotidiano, dalle prime ore del mattino fino al tardo pomeriggio, per il trattamento dei legnami pregiati nello spazio di laboratorio all’aperto di via Armando Diaz, la strada che conduce “ ’ncopp ‘o Tuoro”. E Stefano Peluso visse anche l’esperienza di amministratore comunale, in rappresentanza del Partito comunista italiano degli anni ‘ 50.
Di particolare interesse, la selezione delle testimonianze di Liliana Segre e di Tullio Foà affidate ad un video ben realizzato e commentato dalle limpide voci dei ragazzi e delle ragazze. A far da colonna sonora, le musiche di John Williams in Schindler’ List, eseguite al pianoforte dal professore Giovanni Mazza, docente di Didattica musicale e strumentale. Davvero un proficuo lavoro didattico e formativo, che onora in pieno i docenti dei plessi coinvolti.
All’evento, con gli indirizzi di saluto al pubblico, hanno partecipato i sindaci di Mugnano del Cardinale, Baiano e Sirignano, Napolitano, Montanaro e Colucci, l’assessore alla cultura Santina Cerbone, in rappresentanza del sindaco di Avella, l’avvocato Biancardi, l’assessore Antonio Maietta, in rappresentanza del sindaco di Sperone, l’avvocato Alaia.